Modello 730: Imi, vittoria da 30 milioni

Il Ministero dell’Economia dà ragione al Caaf-Cgil. Ancora da definire la detrazione per 13 mila proprietari di alloggi Ipes


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Sospiro di sollievo per decine di migliaia di altoatesini, che rischiavano di pagare oltre alla nuova imposta sugli immobili (Imi) anche l’Irpef e le addizionali regionale e comunale. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, rispondendo ad un quesito posto dalla Provincia di Bolzano, ha definitivamente ammesso, infatti, che l’Imi - proprio perché sostitutiva dell’Imu - «assorbe l’Irpef sui redditi fondiari».

«Quello che conta - sottolinea Marco Pirolo, responsabile del Caaf Cgil, che per mesi si è adoperato per venire a capo del problema - è l’esclusione della rendita catastale dal reddito complessivo. In poche parole, per i proprietari di alloggi situati in provincia di Bolzano, che pagano Imu, di fatto tutte le seconde case a disposizione o sfitte, la rendita catastale non sarà inserita nel reddito complessivo e pertanto non saranno soggette ad Irpef e alle addizionali regionale e comunale legate all’Irpef».

Ciò significa, secondo Pirolo, per i contribuenti altoatesini un risparmio stimabile sui 30 milioni di euro. «L’unico dubbio che rimane è sulle prime case e sulle pertinenze per le quali si paga l’Imi. La nostra richiesta è quella di equipararle all’Imi e pertanto di non inserirle nel reddito complessivo con possibili vantaggi legati ad eventuali prestazioni provinciali o statali». Per questa vittoria, arrivata al termine di un lungo braccio di ferro con il Ministero, è stato decisivo l’apporto, oltre che del Caaf-Cgil, anche dei parlamentari altoatesini Gnecchi e Zeller, ma anche di Enrico Gastaldelli della Provincia.

Non tutte le questioni pendenti sono state peraltro risolte. Una delle più controverse riguarda, infatti, la detrazione spettante agli inquilini di immobili Ipes, che in Alto Adige sono 13 mila. In ballo ci sono detrazioni di 900 euro per chi ha un reddito fino a 15.493,71 euro e di 450 euro per chi ha un reddito fino a 30.987 euro. «La nostra richiesta, come Caaf-Cgil, - spiega Pirolo - è di adeguare la fonte normativa provinciale, che risale al dicembre 1998, al Decreto del Ministero delle Infrastrutture del 2008. A breve invieremo una lettera formale all’Ipes, nella quale chiederemo di aggiornare i contratti in essere. Nel frattempo la questione va considerata in sospeso».

Sul nuovo modello 730 ci sono altoatesini tuttora perplessi. «Migliaia di lavoratori e pensionati - commenta Vanio Pattaro - non hanno un pc e saranno costretti a rivolgersi a Caf e studi commerciali, che hanno aggiornato i compensi per coprire i costi assicurativi per gli errori. Il risultato è una nuova tassa per lavoratori e pensionati».

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