«Morte sull’Everest» Le star di Hollywood girano in Val Senales - LE FOTO

La troupe di 180 persone per un mese sul ghiacciaio Nel cast Jake Gyllenhaall, Josh Brolin e anche 11 sherpa


di Daniela Mimmi


BOLZANO. Il 1996 è stato l’anno più disastroso di tutta la storia del Monte Everest. Quindici persone erano già morte nel tentativo di raggiungere la cima. Tra il 10 e l’11 maggio, altre otto perirono durante una tempesta, sul lato opposto. La loro guida era Scott Fisher, americano del Michigan, fondatore della Mountain Madness che, per 50.000 dollari, portava gli scalatori sul tetto del mondo. E’ lui il personaggio principale del film “Everest”, girato per cinque settimane sul ghiacciaio della Val Senales.

Le star di Hollywood. Ad impersonare la guida americana c’è la star hollywoodiana Jake Gyllenhaal, interprete di “Brokeback Mountain”, “Prince of Persia” e “Donnie Darko”, che fa parte del cast stellare del film insieme a Jason Clarke, nel cast del “Grande Gatsby”, Josh Brolin di “Men in black” e “Non è un paese per vecchi”, e John Hawkes, interprete di “Lincoln”. La regia porta la firma di Baltasar Kormákur, che ha già diretto “Contraband“, “Inhale“, “2 Guns“. Le riprese altoatesine sono state fatte sul ghiacciaio Senales, “una copia perfetta dell’Everest” secondo la mega-produzione hollywoodiana, in condizioni spesso proibitive. Tempeste di neve e qualche raggio pallido di sole hanno costretto tutto il team a un superlavoro che ha coinvolto anche tutti i mezzi messi a disposizione, a cominciare dai gatti delle nevi che devevano spostare in continuazione cineprese e tutte le altre attrezzature tecniche.

Jake Gyllenhaal sul setvavava

La storia. L’alpinista Beck Weathers, sopravvissuto alla spedizione con le conseguenze di gravi congelamenti, ha raccontato la sua esperienza nel libro „A un soffio dalla fine“. Si sono basati anche su alcune pagine del romanzo Mark Medoff („Figli di un Dio minore“) e il premio Oscar Simon Beaufoy („The Millionaire“) per scrivere la sceneggiatura di questa pellicola. La troupe si è istallata in Val Senales il 28 gennaio e ci è rimasta per più di un mese per girare alcune scene di questo film drammatico e d’avventura in 3D, oltre a quelle girate Nepal, ai piedi dell’Everest. La produzione, la Nicky Kentish Barnes, ha scelta la location altoatesina perchè, come hanno detto i responsabili, «è un posto il fantastico e decisamente drammatico, assolutamente ideale come “copia” dell’Everest».

Gli Sherpa. L’ingombrante troupe, composta di 180 persone, provenienti da tutto il mondo, ha comunque gradito anche gli hotel in valle, nonchè il cibo e ovviamente i vini. Hanno gradito anche gli undici Sherpa, stati portati in Alto Adige per le riprese direttamente dal Nepal, affiancati da un gruppo di sei addetti alla sicurezza provenienti dalla Nuova Zelanda. A far parte di questo team internazionale anche circa 60 altoatesini, impiegati come Location Manager, assistenti alla regia e ai costumi, collaboratori per la produzione, autisti, guide alpine e comparse. A loro si sono affiancati falegnami, elettricisti, sarte e maestri di sci.

La produzione. Il “centro di controllo“, affollato come un alveare, è stato piazzato a Maso Corto, dove erano a disposizione della produzione ben 32 linee telefoniche. Il team ha alloggiato in Val Senales, suddiviso tra una dozzina di hotel e alberghi e tutti hanno potuto godere della particolare accoglienza e gentilezza della Valle, in particolare delle deliziose leccornie preparate dagli chef. Sono stati particolarmente apprezzati l’arrosto di camoscio del Goldenen Kreuz, il Keiserschmarrn e il sushi del Goldenen Rose, nonchè l’arrosto di coniglio dell’Oberrainlhof gustato dagli Sherpa. Paul Grüner del „Goldenen Rose“ di Certosa era incaricato del catering per i lavoratori del set sul ghiacciai: fino a 400 porzioni al giorno sono state trasportate e consumate lassù.

Le riprese. Le condizioni atmosferiche spesso avverse, non hanno certo agevolato gli addetti ai lavori: la temperatura esterna sul ghiacciaio era di diversi gradi sotto lo zero, il vento e le pesanti nevicate hanno messo a dura prova uomini e macchine. «I continui cambiamenti del meteo ci hanno dato decisamente del filo da torcere in queste settimane - hanno detto i produttori -. Non appena avevamo deciso di girare in un determinato luogo e avevamo spostato tutta l’attrezzatura necessaria, le condizioni climatiche cambiavano e dovevamo risistemare tutto. Fortunatamente il nostro team era talmente esperto e professionale da riuscire a star dietro sempre a qualsiasi imprevisto».

Le difficoltà. Ma i professionisti si vedono anche, anzi soprattutto, proprio in queste condizioni: gli attori si sono vestiti come se fossero veramente sull’Everest e hanno continuato il loro lavoro. «Durante le riprese di altri film, le star vengono portatE sul set con la limousine: qui ci arrivavano in funivia o in seggiovia. Chi ha passato un po’ di tempo sul set quassù tra ghiaccio e neve, sa il lavoro che hanno fatto le star durante le riprese del film». Una grande sfida per questa produzione è stata anche quella della logistica: tutta l’attrezzatura è stata trasportata in quota con gatti delle nevi, snowquad, motoslitte e elicotteri, fino ad un magazzino costruito a 3.000 metri d’altezza.

Nelle sale. Adesso tutto il gruppo si è spostato a Roma, dove continuerà a girare negli studi di Cinecittà, per poi spostarsi in Gran Bretagna nei Pinewood Studios. Della distribuzione di „Everest“ si occuperà la Universal Pictures che porterà il film nelle sale statunitensi e canadesi nel febbraio 2015, mentre il 26 febbraio 2015 inizierà in Germania la proiezione in 3D.

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