Moschea, pareti interne da demolire

Il Comune altrimenti lo farà d’ufficio. Resta la strada della sanatoria ma per i musulmani della zona si prospetta lo sfratto


di Massimiliano Bona


SALORNO. Moschea di Salorno, la storia si ripete. Com’era avvenuto qualche anno fa con l’ex magazzino di frutta di Franco Pizzini ora sta accadendo per il magazzino in zona produttiva di proprietà della società Leasing Bolzano srl di Kurt Thaler. Il sindaco Giorgio Giacomozzi, dopo aver iniziato la procedura in cui sottolinea di aver rilevato una serie di infrazioni nell’edificio di via Nazionale, ha firmato l’ordinanza che invita a ripristinare la destinazione d’uso originaria (un magazzino) e prevede la demolizione delle divisorie interne e la chiusura della porta realizzata tra i due magazzini.

Di più. Se ciò non sarà fatto entro 90 giorni dalla data del provvedimento (cioè entro l’inizio di dicembre) «le opere - scrive il sindaco Giacomozzi - saranno demolite d’ufficio a spese del proprietario, previa acquisizione gratuita del bene e dell’area di sedime e di quella necessaria secondo le vigenti disposizioni urbanistiche al patrimonio del Comune». L’unica scappatoia è la richiesta di sanatoria nei termini previsti dalla legge.

I destinatari. Oltre alla Leasing Bolzano srl di Kurt Thaler il Comune identifica, per la prima volta, la seconda parte in causa, ovvero l’Associazione del volontariato per l’integrazione, il cui rappresentante legale è Marzougui Houcine. I due vengono identificati come responsabili in solido ai sensi dell’articolo 90 della legge provinciale 13/1997.

La società si difende. La società bolzanina proprietaria dell’immobile ha chiesto al Comune l’archiviazione del procedimento asserendo di non aver commesso nessun abuso edilizio e di rispettare quanto previsto dalla legge urbanistica provinciale.

Il sopralluogo. Di altro avviso il geometra comunale Heinriche Plattner, secondo il quale sono state costruite tramezze interne di due metri con la scritta “parete provvisoria” creando una divisione del magazzino in due locali. «Anche per i bagni - si legge nella stessa ordinanza - sono stati creati due accessi separati. Tra i due magazzini è stata aperta una nuova porta. Per questo intervento non risulta agli atti nessuna comunicazione o asseverazione».

I tappeti per pregare? Nel locale più grande, come riporta l’ordinanza del Comune, sono stati posati dei tappeti. «Secondo il rappresentante dell’associazione le sale vengono utilizzate come sale riunioni». Secondo parecchi residenti, al contrario, servono per pregare, come testimonierebbe il via vai di cittadini di fede islamica. Nulla di male, anche perché la libertà religiosa è garantita dalla Costituzione. Per esercitare il culto i credenti «devono poter disporre di spazi idonei. Ne deriva l’obbligo per lo Stato non solo di consentire ma anche di facilitare la disponibilità di edifici di culto in quanto in essi si esercita un’attività delle formazioni sociali a carattere religioso».

Il futuro. Una richiesta in Comune per realizzare un luogo di culto in via Nazionale non è mai stata presentata. Forse sarebbe davvero tempo di aprire un dibattito vero sul tema, anche a Salorno.

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