Moto, sulle Dolomiti come al Mugello

Con una mozione, il consigliere provinciale Donato Seppi accusa i motociclisti di usare le strade dei passi dolomitici come piste da gara e chiede alla Giunta provinciale cosa intenda fare in merito


Aldo De Pellegrin


CORVARA. Con una mozione, il consigliere provinciale Donato Seppi accusa i motociclisti di usare le strade dei passi dolomitici come piste da gara e chiede alla Giunta provinciale cosa intenda fare in merito. Sul tema vi sono opinioni forse meno drastiche, ma certo convergenti. Più della presenza e della "passione" dei motociclisti di tutto il mondo per i passi dolomitici, peraltro ben valutata dagli operatori turistici, è il comportamento di una gran parte di loro a essere oggetto di una unanime censura.

L'alta velocità in strada, il poco rispetto degli altri utenti e l'eccessiva rumorosità dei mezzi, spesso ampiamente al di fuori del consentito, inquadrano i comportamenti più critici da rimediare. Da due anni il sostituto commissario Karl Erlacher comanda la Polstrada di Brunico, che ha la maggior giurisdizione sull'area: «I panorami sono eccezionali, le strade sono ben tenute e spettacolari e la stagione delle moto è breve. Con tali premesse - sostiene Erlacher - non c'è da meravigliarsi della congestione estiva di moto sui passi. D'altra parte, pur senza generalizzare, è un dato di fatto anche l'accavallarsi di comportamenti fuori norma da parte dei motociclisti a cui i nostri servizi cercano di porre un freno. Però l'area è grande, variegata e la nostra presenza non può essere ovunque. Anche se non l'abbiamo quasi mai riscontrato, e nei casi in cui l'abbiamo fatto i protagonisti sono stati immediatamente sanzionati, siamo stati informati anche dei comportamenti denunciati dal consigliere Seppi anche se mi preme sottolineare che i nostri controlli verificano l'intero insieme della circolazione motociclistica: velocità, potenza, inquinamento acustico, comportamento e così via e devo dire che già la nostra presenza o quella degli altri tutori dell'ordine funziona già come deterrente, in un tam tam che si diffonde in fretta fra le moto.»

Proprio una maggior presenza e visibilità, secondo Karl Erlacher, potrebbe contribuire ad arginare il fenomeno: «Quando i motociclisti vengono a sapere di un controllo, la notizia si diffonde in un baleno e i comportamenti mutano. Per questo, un calendario di presenze e controlli, concordato fra forze dell'ordine, comuni e provincia, potrebbe ovviare alle singole carenze di organico e contribuire a modificare i comportamenti.»

Una proposta che il sindaco di Selva Gardema Peter Mussner si sente di condividere: «il problema delle moto e dei comportamenti dei centauri, velocità e inquinamento acustico è anche nostro e i controlli, specie per il secondo aspetto sono sempre più complicati. L'impressione diffusa è che a loro interessi più la strada che l'ambiente e i panorami. Per i controlli abbiamo personale ridotto e molti servizi cui far fronte, ma se ci verrà proposta una collaborazione, contribuiremo.»

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