Muore dopo 20 mesi di coma 

La tragedia dell’A22. Graziella Lorenzatti, 51 anni, era sull’auto che il 27 ottobre 2017 si schiantò contro un tir sulla corsia sud, a Trento sud Allora morirono la figlia di 17 anni e la nipote di 9, che aveva appena vinto una gara di pattinaggio a Merano. Ad annunciarlo la sorella, ora indagata


Paolo Tagliente


Bolzano. Una tragedia immane. Una tragedia senza fine. A venti mesi dal terribile schianto in cui persero la vita la figlia di 17 anni e la nipote di 9, ieri, s’è spenta anche Graziella Lorenzatti. La donna, 51 anni, di Torino, era sull’auto guidata dalla sorella gemella Monica quando, il 27 ottobre del 2017, la macchina tamponò un camion, sulla corsia sud dell’A22, all’altezza di Mattarello. Una tragedia, quella in cui erano morte le due giovanissime promesse del pattinaggio piemontese e nazionale, che aveva sconvolto e commosso tutta Italia. Quel venerdì, Gioia Virginia Casciani, 9 anni, aveva trionfato nella Coppa dell’amicizia, una grande classica per le piccole atlete come lei che si era disputata sul ghiaccio della Meranarena. Ad accompagnare Gioia Virginia a Merano c’erano mamma Monica, la zia Graziella con la figlia Ginevra Barra Bajetto, 17 anni, anche lei talentuosa pattinatrice che, dopo la premiazione, era anche lei salita sul podio per festeggiare la cugina. Ad applaudire, orgogliose, Monica e Graziella, unite da quel legame che solo i gemelli conoscono. Una giornata stupenda che aveva regalato l’ennesimo successo alla piccola campionessa, pressoché imbattibile in quella stagione. Con felicità nel cuore, subito dopo pranzo, Gioia Virginia e il suo “entourage” familiare avevano ripreso la strada di casa, a Villarbasse, vicino a Rivoli Torinese. Sulla loro Ford Focus regnava l’allegria. Un ritorno trionfale prima sulla MeBo, quindi sull’A22, imboccata al casello di Bolzano sud. Mamma guidava, la zia Graziella sedeva dietro la sorella e, sui sedili di destra, c’erano Ginevra, davanti, e Virginia, dietro. Ridevano, scherzavano. Poi, all’improvviso, lo schianto e il buio. La fine. In prossimità del casello di Trento sud, la station wagon s’è letteralmente infilata sotto il semirimorchio di un tir che la precedeva. Per Gioia Virginia e la cugina la morte era arrivata istantanea. È probabile - ed è anche una speranza - che non si siano accorte di nulla, che se ne siano andate senza dolore, senza terrore. Monica e Graziella, invece, sopravvivono. Vengono estratte dalle lamiere con le pinze idrauliche dei vigili del fuoco di Trento ed entrambe vengono trasportate al Santa Chiara di Trento con l’eliambulanza. Entrambe vengono accolte nel reparto di rianimazione. Graziella è gravissima, Monica viene dimessa meno di un mese più tardi.

La procura di Trento apre subito un fascicolo e vengono indagati Monica Lorenzatti e il camionista. Entrambi sono stati rinviati a giudizio: dovrà rispondere del reato di omicidio stradale plurimo per la morte della figlia e della nipote e lesioni gravissime nei confronti della sorella, Capo d'accusa che ora, dopo la morte di Graziella, è inevitabilmente destinato a cambiare. Sul banco degli imputati anche il camionista, che quel giorno avrebbe decelerato all’improvviso, passando da 97 chilometri orari a 0 in pochi secondi, per evitare un’auto. Una frenata che non aveva dato il tempo alla guidatrice di evitare l’impatto.

Secondo la difesa di Monica, quella decelerazione improvvisa sarebbe stata determinante. «Ricordo d’aver visto che il Tir davanti a noi rallentava di colpo. Ho cercato di evitarlo, superandolo – ha raccontato Monica –, ma un’altra auto ci stava già sorpassando, così sono rientrata nella nostra corsia, ma a quel punto il camion davanti a noi era già fermo e non ho potuto fare niente per evitarlo: in quell’istante è diventato tutto buio». Sotto la lente d’ingrandimento è finita anche la barra anticollisione del mezzo pesante che, per la difesa della donna, non sarebbe stata installata correttamente. Monica ha scelto di affrontare il processo con rito ordinario e il dibattimento si aprirà il 18 settembre, a Trento. Ed è stata proprio lei, sul suo profilo Facebook, ieri mattina, ad annunciare la morte dell’amata gemella, dopo 20 mesi di coma. «Ciao Graziella mia dolce metà! – ha scritto – Hai lottato fino alla fine per non lasciarmi, ma questa mattina hai deciso che era più giusto raggiungere Gioia e Ginevra. Mi raccomando abbracciamele forte. Mi mancherai tanto, eri il mio riferimento eri parte di me ma ora sei con le cucciole e sono felice per te».

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