Museo egizio, l’Eurac “cura” le mummie

La Soprintendenza piemontese e la Fondazione delle antichità di Torino hanno scelto l’Istituto come partner per gli studi



BOLZANO. L’Istituto per le Mummie e l’Iceman dell’Eurac aggiunge un nuovo e prestigioso tassello alla sua rete di collaborazioni. La Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte e la Fondazione delle antichità egizie di Torino hanno scelto - infatti - il centro di ricerca bolzanino come partner per gli studi sulle loro mummie.

Il primo passo della collaborazione è stato il supporto dato dai ricercatori di Bolzano al restauro di due mummie esposte nei nuovi spazi del museo dopo la riapertura, il 1 aprile scorso. Il Museo egizio di Torino è secondo solo a quello del Cairo per ricchezza di reperti. Tra questi si contano quasi 40 mummie datate tra il 4000 a.C. e il 400 d.C. “Si tratta di un patrimonio unico non solo da mostrare ma anche da studiare”, spiega Marco Samadelli, ricercatore dell’Istituto per le Mummie e l’Iceman dell’Eurac. “Il museo riceve richieste di studio delle mummie da istituzioni di tutto il mondo; se da una parte questo grande interesse è positivo, dall’altra rischia di frammentare i risultati e le conoscenze. Ecco perché la Soprintendenza e la Fondazione che gestisce il museo hanno deciso di individuare un partner scientifico di riferimento per la ricerca”. Dopo la firma del protocollo d’intesa, la collaborazione tra gli esperti torinesi e l’Eurac è entrata nel vivo con il restauro di due mummie, una risalente al Terzo periodo intermedio e l’altra all’Antico Regno. In vista della riapertura dopo la ristrutturazione, i collaboratori del museo erano alla ricerca della modalità migliore per esporle. Con una tac avrebbero potuto verificare lo stato di conservazione delle ossa all’interno delle bende, ma temevano che anche un piccolo movimento avrebbe danneggiato i due corpi. La soluzione a questo problema è arrivata da Bolzano. Samadelli ha realizzato dei calchi in poliuretano inseriti in una struttura in legno, simili a quelli realizzati anni prima per muovere la mummia di Ötzi. I calchi hanno permesso di girare le mummie per la prima volta e di scoprire la serie di monili e i frammenti di papiri conservati sotto i corpi. Samadelli ha realizzato anche i supporti in acciaio per esporre le mummie negli spazi restaurati. I ricercatori dell’Eurac guardano con grande entusiasmo alla collaborazione con Torino. L’accordo prevede che l’Istituto altoatesino sia partner scientifico per lo studio delle mummie di tutta la regione.













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