L'intervista

Muser assolve il Rainerum “Il contratto è legittimo”

Il vescovo interviene in difesa di don Marcon: salvaguardata l’identità del liceo


di Alan Conti


BOLZANO. Sospeso tra il rispetto categorico delle leggi statali e un'identità cristiana da difendere senza tentennamenti. Il vescovo Ivo Muser ha letto con attenzione le parole dell'intervista rilasciata al nostro giornale dal dirigente del liceo Rainerum don Dino Marcon e ha riflettuto prima di intervenire. Un percorso da vero uomo di Chiesa che evita di infilarsi nella bufera mentre spira il vento forte. Ora, però, senza abbandonare il suo equilibrio tradizionale ci tiene a ribadire alcuni punti imprescindibili della discussione: le norme costituzionali non si scavalcano nè si ignorano, ma esonerarsi dall'ora di religione nelle scuole cattoliche è un controsenso e il disordine omosessuale va contestualizzato. Accomodante, insomma, ma non troppo.

"Credo che tutta la questione si possa tranquillamente risolvere con un assunto semplice. I principi normativi e legislativi vanno rispettati totalmente perché si consegue un diploma statale, ma l'identità di un istituto non può passare in secondo piano e credo sia un diritto poterla rivendicare. Vale anche per le Marcelline o il Vinzentinum".

Quindi un contratto del buon cristiano è la strada giusta per preservare questa identità, quasi un marchio di fabbrica?

"Onestamente non vedo nulla di particolarmente scandaloso nel proporlo alle nuove famiglie, anzi, mi pare legittimo. Teniamo presente che nessuno costringe gli studenti a frequentare quel liceo. La libertà di scelta formativa delle famiglie e dei ragazzi rimane assoluta, ma renderli coscienti di entrare in un scuola con un preciso profilo educativo è lecito. Sarebbe paradossale il contrario".

Iscriversi e chiedere l'esonero dall'ora di religione, seguendo questo ragionamento, sarebbe un controsenso.

"Lo è assolutamente. Un atteggiamento contraddittorio che nega la propria scelta iniziale".

Il problema è che il Rainerum gode dello status di paritetico. Prendiamo la robotica: a Bolzano viene insegnata solo al liceo di via Carducci. Perché bisogna impegnarsi ad essere un buon cristiano per poterla approfondire?

"Perché la questione identitaria dell'istituto è predominante rispetto alle sue determinazioni didattiche. La struttura generale e la sua tradizione sono fondativi. L'impalcatura di base del ragionamento è sempre la stessa: rispetto delle leggi dello Stato, massima libertà di scelta di indirizzo, ma anche il diritto di determinarsi e proporsi secondo una precisa filosofia. Non capisco perché si debba rinunciare a presentarsi per quello che si è".

Don Marcon ha anche parlato di ragazzini omosessuali in “disordine” da affiancare con precisi progetti di sostegno psicologico. Si è sentita puzza di discriminazione.

"Ho sentito, ma qui bisogna rimanere nel concetto cattolico della questione come ha prontamente sottolineato don Paul Renner. Quello che conta è l'accompagnamento e il supporto psicologico che possiamo dare nel comprendere bene il proprio orientamento: non si tratta affatto di una rieducazione. Nessuno ha mai ventilato una prospettiva simile".

C'è un'età, allora, dove bisogna prendere atto che il disordine è una semplice connotazione naturale o si va avanti all’infinito ?

"La Chiesa sull'omosessualità ha un atteggiamento molto chiaro distinguendo tra l'atto e l'orientamento. Credo che questa vicenda non aggiunga nè modifichi nulla a riguardo. L'accompagnamento non è mai negativo, indipendentemente dall’età dell’accompagnato".

E' contento di come viene insegnata la religione nelle nostre scuole? Da diversi anni la gestione è passata dal clero all’Intendenza scolastica.

"Per noi quelle lezioni sono fondamentali perché spesso rappresentano l'unico vero contatto che possiamo avere con i giovani. Continuiamo, dunque, a seguirle con grande attenzione e personalmente sono davvero orgoglioso di come lavorano i nostri insegnanti di religione in ogni grado scolastico. Dal punto di vista didattico credo sia importante non imporsi, ma proporsi come possibilità in modo che i ragazzi possano davvero comprendere i contorni e i significati della loro fede. Siamo contenti della bassa percentuale di esoneri e siamo molto felici di vedere bambini di altre religioni che accettano questo insegnamento. Parlarsi e cercare di comprendersi è l'aspetto essenziale per tutto: dal caso Rainerum al dialogo interreligioso".

E’ possibile che alcuni giovanissimi avvertano un sentimento di Fede con un contemporaneo smarrimento sul come catalogarlo. Credono in qualcosa senza sentirsi crisitiani?

“Sì, credo che questo possa davvero accadere e proprio per questo motivo la scuola diventa un grimaldello centrale. E’ anche uno dei motivi per cui invito i genitori a non avvallare l’esonero da questa lezione. Non parliamo di una cornice forzatamente confessionale, ma di una semplice opportunità umana di valutare delle proposte spirituali. Ognuno cercherà di capire quale sia davvero la sua, al di là di ogni possibile contratto”.













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