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Mutui casa, è fuga dal tasso variabile. Banche e clienti ora rinegoziano

Si passa al fisso. Nella legge di stabilità il governo ha imposto agli istituti di bloccare le rate nel caso di redditi medio-bassi. Ma in Alto Adige si è corsi ai ripari già dal 2022. Il Ctcu: «Occorre valutare caso per caso. Adesso è l’ora di guardarsi attorno»



BOLZANO. Mutui casa, è fuga a gambe levate dal fluttuante e pericoloso tasso variabile, anche grazie alle nuove norme nazionali introdotte a fine dicembre dalla legge di bilancio statale, che da adesso impongono alle banche di rinegoziare i tassi, da variabili a fissi, per una determinata platea di aventi diritto: Isee sotto i 35 mila euro, mutuo inferiore ai 200 mila euro.

La direttrice del Ctcu, Gunde Bauhofer, porta un esempio chiarificatore: «Chi a gennaio 2022 ha stipulato un mutuo da 200 mila euro a 20 anni, ora, col rialzo dei tassi variabili, nei restanti 19 anni si ritrova a dover pagare 23 mila euro in più». Anche per questo, «il governo ha riesumato una vecchia legge, imponendo alle banche di passare dal variabile al fisso mantenendo il vecchio spread».

Ma bisogna stare attenti: «Occorre valutare caso per caso, studiare la singola posizione, vedere se conviene». In teoria, prosegue, «il tasso fisso sarà superiore, ma dovrebbe salvare da futuri aumenti». Fatto sta che ora bisogna guardarsi attorno. Non nuoce mai, ma in questo periodo storico di incertezza è un obbligo: «Anche una differenza dello 0,5% cambia tanto». Bauhofer auspica che le banche mettano in campo iniziative per venire incontro ai clienti, in questo momento assolutamente non facile. «Sappiamo per esempio che la Banca popolare ha fatto proposte a chi già era cliente». Il Centro tutela consumatori utenti mette a disposizione il suo sportello di consulenza.

Robert Zampieri, dal 1° gennaio direttore generale della Federazione Cooperative Raiffeisen dell'Alto Adige, spiega: «Al momento è prematuro discutere della questione in dettaglio, lunedì ne parlerò con tutti i miei direttori; voglio capire cosa dicono, sono loro che stanno al fronte». Zampieri però sottolinea che si è già avviato da tempo un dialogo coi clienti: «Il sistema Raiffeisen funziona così, specie nei paesi, nelle valli. Conosciamo le posizioni dei clienti e non ci nascondiamo; nel caso occorra veniamo loro incontro rinegoziando. Chiaro, se c’è un cliente in difficoltà col ranking, se il rischio è critico, la banca è sempre molto attenta a vigilare. Ma su gran parte della clientela il dialogo è il nostro punto di forza».

La Cassa di Risparmio già dal 2022 ha avviato un programma di passaggio dei mutui da variabile a fisso, anticipando ciò che ora è stato introdotto dalla legge di bilancio. Chi si è rivolto alla banca per questa necessità ha trovato le porte aperte. Lo conferma Moritz Moroder, responsabile della direzione commercial banking, il quale tiene anche a chiarire: «Questa nuova norma limita parecchio la platea di persone che ne potranno godere. In Alto Adige è difficile che i mutui stiano sotto i 200 mila euro, siamo di norma attorno ai 250-300 mila. Avranno più vantaggi magari a Verona o a Belluno». Comunque, la disponibilità a venire incontro ai clienti è massima. «Noi - dice - abbiamo sentito l’esigenza di intervenire già l’anno scorso. I tassi sono aumentati e la gente ce lo chiedeva».

Comunque sia, Sparkasse negli ultimi tre anni ha stipulato mutui quasi esclusivamente a tasso fisso, pochissimi a tasso variabile. «Se guardiamo agli ultimi cinque dieci anni, lo stock di mutui a tasso fisso è del 60%». Insomma, si è già ridotta parecchio la problematica. Ci sono però clienti che ora hanno chiesto di passare al fisso.

«Non si sa mai di quanto saliranno i variabili, nessuno ha la sfera di cristallo. Per questo, proattivamente, diamo la possibilità di passare dal variabile al fisso mantenendo lo stesso spread, ossia il margine per la banca». Al momento attuale, la rinegoziazione passa per tassi fissi attorno al 5%, elevati se si pensa che un anno fa si era al 2,5 o 3%. «Sembra tanto, però su un orizzonte di 20-25 anni non è così: basta che la guerra continui per anni o che i prezzi dell’energia non calino o che l’inflazione continui a salire, e i tassi possono andare al 7-8% e oltre. Se si fissa, c’è più sicurezza. È una sorta di assicurazione, una garanzia, per tutta la durata del mutuo. I nostri contratti non prevedono ritocchi da parte nostra». DA.PA

 













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