In Alto Adige

Nei piccoli rii prosciugati dalla siccità c’è una moria di pesci  

Gli effetti di un’estate torrida nelle preoccupazioni di Markus Heiss, presidente dell’Unione pescatori: «A causa della scarsità di neve e di piogge, i corsi d’acqua minori sono rimasti a secco» 



BOLZANO. «In questi mesi si è registrata una moria di pesci non tanto nei grandi corsi d’acqua, ma nei piccoli. È l’effetto del cambiamento climatico, più che del caldo torrido di quest’estate». Markus Heiss, presidente dell’Unione pesca Alto Adige, non nasconde una certa preoccupazione per quello che sta avvenendo.

Come si spiega la moria?

Si spiega con il fatto che l’ultimo inverno le precipitazioni nevose sono state molte scarse, ciò ha comportato che al disgelo sia arrivata meno acqua. Se ci aggiungiamo che a giugno e luglio è piovuto poco, si capisce perché i piccoli affluenti che scendono dalle valli laterali, sono rimasti a secco. Senza acqua i pesci muoiono. E dove sono riusciti a resistere, hanno subìto comunque lo stress dovuto al calo della portata.

Lo stress cosa comporta esattamente per i pesci?

Meno acqua, significa meno ossigeno e temperature più elevate.

Voi come Unione pescatori avete recentemente polemizzato con l’Eurac perché, pubblicando i risultati di uno studio condotto sul rio Saldura, ha concluso che la centrale idroelettrica non crea problemi ecologici.

Il comunicato dell’Eurac è fuorviante. Il biologo Alberto Scotti, responsabile dello studio e quindi anche del comunicato stampa, avrebbe dovuto evidenziare in modo chiaro e inequivocabile l’assenza di fauna ittica già all’inizio della nota - e non solo alla fine. La verità è questa: la centrale sul rio Saldura in Val di Mazia non crea problemi ai pesci, per il semplice fatto che non ci sono proprio nel tratto preso in considerazione. Sa qual è la verità?

Quale?

Che le piccole centrali creano più problemi alla fauna ittica di quelle grandi.

Come si spiega?

Col fatto che se da un fiume tolgo il 50% dell’acqua, rimane comunque una portata sufficiente a garantire in particolare ai pesci adulti di vivere bene e riprodursi. La stessa quantità tolta ad un piccolo corso crea invece problemi. Tanto che 65 scienziati in Germania hanno firmato un documento in cui propongono al governo di non sovvenzionare più le piccole centrali. Proprio perché è dimostrato che un kwh prodotto da un grande impianto idroelettrico crea più danni della stessa quantità prodotta da uno piccolo.

Il discorso vale, a suo dire, anche per l’Alto Adige?

Non c’è dubbio. In provincia di Bolzano abbiamo oltre mille centrali, di cui 850 classificate come piccole che producono solo 3% dell’energia complessiva; le grandi sono solo 31 ma producono l’85%. Capisce che non vale la pena investire nelle piccole: sono più i danni che creano all’ecosistema che i vantaggi in termini energetici.

Quanti iscritti conta l’Unione pescatori dell’Alto Adige?

Sono iscritte 130 associazioni.

Per un totale di quanti appassionati?

Si calcola che i pescatori in Alto Adige siano circa 12 mila.

Cosa bisogna fare per diventare pescatore?

Sostenere un esame e avere la licenza. Inoltre praticamente in tutti i corsi d’acqua altoatesini vige il diritto di pesca. Ciò significa che per andare a pescare bisogna fare un permesso giornaliero.

Com’è cambiata la pesca popolare in questi anni?

Vent’anni fa, in genere, si andava a pescare per poi mangiare ciò che si era preso all’amo. Oggi invece si va a pescare per stare soprattutto nella natura; per osservare e proteggere l’ecosistema. La stragrande maggioranza poi riimmette in acqua il pesce. Ciò comporta che a quel po’ che finisce sulla tavola si attribuisce un grande valore. A.M.













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