«Noi, infermiere del S. Maurizio in prima linea senza tregua»
La lettera ai lettori di una infermiera dell’Ospedale. «Da fuori è impossibile capire lo sforzo che stiamo facendo Ci sono colleghe tornate per aiutarci, altre che si occupano solo di pazienti Covid, E c’è chi deve curare gli altri malati»
Bolzano. Tutta Bolzano in questi giorni difficili è accanto agli infermieri e alle infermiere del San Maurizio e delle altre strutture sanitarie cittadine, che stanno combattendo una vera e propria guerra contro un nemico invisibile. Per questo oggi siamo molto orgogliosi di ospitare la lettera di una infermiera dell’ospedale che ci racconta le giornate vissute in prima linea. Eccola.
«Gentili lettori e lettrici dell’Alto Adige, vi scrivo per dirvi di noi. Per raccontarvi di un mare di colleghe e colleghi che lavorano a testa bassa, in silenzio e senza tregua. Colleghe che hanno lavorato per una vita in rianimazione e in malattie infettive, che da poco tempo erano uscite dalla trincea per andare sul territorio e appena hanno capito l’estrema necessità in cui ci stiamo trovando, non hanno esitato a tornare a fare notti e turni massacranti di nuovo pronte a dare il meglio. Colleghe che lavorano come strumentiste in gruppo operatorio e che si sono improvvisate assistenti anestesisti e cura dei pazienti covid. Strumentiste che ora sopperiscono alla divisione del personale sobbarcandosi tutte le reperibilità e le specialità chirurgiche. Perché i politraumi o i tumori continuano ad esistere. Personale delle pulizie che fa turni interminabili anche se, nonostante tutto, non sono comunque preparati per gestire questo rischio elevato di contaminazione. Tutto ciò per dire che in tantissimi e tantissime stiamo dando tutto noi stessi senza apparire o sentirci eroi. All’esterno non si può neanche avere la reale percezione di quello che stiamo vivendo. Abbiamo fatto traslochi di sale operatorie tirato su muri, scavalcato finestre per poter entrare in servizio. Qualcuno, fuori, mi ha detto che gli manca prendere il caffè al bar...
Io ho risposto che a me non manca. Ho risposto che a me fa star male vedere che nonostante il momento di crisi profondissima, ci sia ancora tempo ed energia per conflitti e mancanza di collaborazione in vari settori della società. Siamo tutti bulloni di un grande ingranaggio che funziona solo se tutti ci uniamo. Siamo venuti al mondo per un unico scopo: aiutarci e sostenerci reciprocamente. Senza questa convinzione, non c’è speranza per l’umanità.
Con affetto a tutti, una infermiera del San Maurizio».
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