«Noi siamo il centro storico di serie B» 

Il quartiere protesta: «Qui ci sono residenti che se ne vogliono andare. Abbiamo un progetto, che il Comune ci ascolti»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. "Non vogliamo un bel parco, non ci interessa...". Prego presidente? "No, insisto. Perchè quando lo hanno rifatto solo con criteri estetici, ed erano pochi anni fa, non è cambiato nulla - dice sconsolato Armin Widmann, a capo del consiglio di quartiere Centro Piano Rencio - vogliamo invece un parco per viverci. Il "gioiellino "artificiale fatto dall'architetto è fallito, diventando prima un luogo per portare i cani a fare i loro bisogni e adesso un concentrato di gente equivoca". Ecco la nuova frontiera del degrado, con al centro Parco Cappuccini. Ma che inizia ben prima, partendo da Piazza Domenicani, scendendo poi in via Isarco dopo aver attraversato vicolo Wolkenstein (che collega via Cappuccini a via Isarco), affiancando il retro del Teatro verso via Alto Adige, entrando in via Marconi senza lampioni sui marciapiedi e infine sbucando in Piazza Verdi, ultima trincea della nuova insicurezza attuata. In sostanza: quello che sta accadendo nel parco dietro le mura antiche si sta diffondendo nei dintorni, diluendosi nei mille rivoli del quadrilatero con sindrome di abbandono. "Abbiamo chiesto almeno più luce di notte - insiste Katrin Teutsch del comitato QuasiCentrum - ma ci hanno detto tutti, faremo... Intanto c'è chi mi telefona per dirmi di voler lasciare la sua vecchia casa in Piazza Verdi, con la morte nel cuore ma per non poterne più. Tra sala giochi, spaccio, uso improprio dei bidoni e dell'isola ecologica vicino al Teatro, risse e retate, la sera sono tutti chiusi in casa...". Armin Widmann, presidente Svp, dunque organico alla maggioranza municipale non vuole mettersi a cavalcare la protesta e basta: "Quello che possiamo siamo pronti a farlo. Abbiamo dei fondi. Parlo di marciapiedi sbrecciati, luci che non ci sono, anche le pulizie se non c'è alternativa. Ma partiamo dal parco - insiste - è lì il focus". E come? Non con le architetture verdi. In verità il quartiere ha stilato un documento. Che dice, punto per punto: creare un collegamento tra via Isarco e via Cappuccini attraverso nuovi assi di attraversamento; iniziative stabili tra Teatro e Trevi; giochi per i piccoli per incentivare la frequentazione quotidiana; rifare la fontana ora ridotta a una discarica; un chiosco aperto anche nelle ore serali per creare attrattività interna anche nelle serate dello Stabile. E i migranti? "Fossero solo loro - dice Sergio Ronchetti - nessun problema. In realtà ci sono spacciatori, gente conosciuta per piccoli crimini, gruppi che hanno preso il parco o la piazza per la loro sala riunioni - aggiunge il comandante dei vigili - ma contro i quali con abbiamo strumenti...Bisognerebbe che i cittadini si riappropriassero di questi spazi". Ecco il punto, anche per il consiglio di quartiere. "L'esempio è il Premstaller ai Piani. Dove c'è convivenza pacifica tra bolzanini e nuovi arrivati. Ma questo avviene - insiste Widmann - perchè ci sono le mamme e i loro bambini, ci sono i giochi e immagino che nessuno voglia far del male in questi casi. Quelli che invece lo vogliono, sono indotti ad andarsene dalla presenza di tanta gente per bene...". Questa gente "per bene", potrebbero essere per il presidente Widmann: gli studenti della Arendt lì sopra (ai quali il preside consiglia di "fare un giro largo" per tornare a casa), i bambini con i giochi, le mamme, i frequentatori della “Claudia Augusta” per leggersi i libri sulle panchine con vicino un chiosco per le bibite sempre aperto, gli abbonati dello Stabile per un aperitivo prima del Teatro. E anche i migranti. "Ma ci vogliono strutture stabili" insiste. E anche rifare il parco "com'era" qualche anno fa sarebbe sbagliato. Quello vero, creato in antichità dai Cappuccini era un prato con un frutteto (come spiega una stampa ritrovata da Flavio Schimenti), e con accanto un orto per le aromatiche. Niente "disegno" architettonico ma molto uso quotidiano. Ecco quello che chiede il quartiere. "Avevamo proposto un tavolo e un documento - dicono Widmann e Teutsch - ma l'assessora Lorenzini pare abbia altre idee. Non sappiamo più nulla...". E la Provincia, che avrebbe competenza interna? "Dice di avere un piano. Dice che lo fanno tra un po'. Ma temiamo che il 2018 diventi il 2019...". E intanto, tutto intorno nelle vie, si spengono le luci.















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