Non paga moglie e clienti ma possiede yacht e barca

Scoperto dai carabinieri il raggiro di un artigiano che aveva fatto fallire la ditta. I soldi li aveva trasferiti all’estero lasciando senza lavoro dieci dipendenti


di Susanna Petrone


BOLZANO. Sembrava che non possedesse più nulla: niente azienda, niente capannoni e niente macchinari. Erano spariti anche i soldi, lo yacht e la barca a vela. Le due imbarcazioni sembravano essersi volatilizzate. E visto che da ricco artigiano - sempre sulla carta, s’intende - si era trasformato in un povero disoccupato, l’ex moglie non era riuscita ad ottenere denaro e tantomeno un assegno mensile.

Ma grazie a una lunga indagine dei carabinieri, coordinati dal colonnello Giuliano Polito, sono riusciti a scoprire dove erano finiti sia i soldi sia le due costose barche. Il denaro era stato trasferito su un conto corrente austriaco, mentre lo yacht e la barca a vela erano stati venduti ad una società fittizia di Malta. Fittizia, perché in realtà, era stata creata ad hoc per l’artigiano altoatesino, che quindi era ancora in possesso delle due imbarcazioni del valore complessivo di mezzo milione di euro. L’uomo è stato denunciato anche per il mancato pagamento dell’assegno mensile all’ex moglie. E si prospetta anche la bancarotta fraudolenta e l’evasione fiscale. L’artigiano, un altoatesino di 45 anni, infatti, non solo si era rifiutato di pagare la buonuscita all’ex moglie (che aveva costruito con lui l’azienda), ma aveva licenziato i suoi dieci operai, “dimenticandosi” di pagar loro qualche mensilità. Poi ha iniziato a non pagare le aziende che gli fornivano il materiale. All’insaputa di tutti ha venduto i costosi macchinari, trasferendo il denaro in Austria. E infine ha spostato le due imbarcazioni da Lignano Sabbiadoro a Grado, in provincia di Gorizia. Ma l’indagine dei militari dell’Arma, coordinati dal pm Bisignano, ha consentito di ricostruire i vari movimenti. Sabato sono stati sequestrati sia lo yacht che la barca a vela. A breve sarà sequestrato anche il denaro.

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