Il caso

Non solo Asl: ci sono più di 1.000 privati no vax

L’obbligo vaccinale del personale sanitario: primi farmacisti verso la sospensione, poi potrebbe toccare anche alle case di riposo. Controlli su liberi professionisti e ambulatori privati. L'assessore Widmann: «Continui incontri per riorganizzare il lavoro nei nostri sette nosocomi»


Valeria Frangipane


BOLZANO. Non solo Asl, sono più di mille gli operatori sanitari che lavorano nel privato e che non sono vaccinati. Farmacisti, personale medico e infermieristico degli ambulatori privati. ecc. E a breve potrebbero scattare le sospensioni dei primi farmacisti in osservanza al decreto Draghi. Ricordiamo che l’Alto Adige all’inizio contava 4.000 operatori non vaccinati su 22 mila poi la situazione è migliorata.

Da aprile ad oggi circa 1.600 persone hanno deciso di immunizzarsi, ma ne rimangono 2.400 da convincere o in alternativa da sospendere. Più di un terzo - come abbiamo più volte ripetuto - dipendenti Asl. Gli altri sono 346 operatori che lavorano nelle case di riposo (anche per loro oggi potrebbero scattare le prime sospensioni), 132 addetti delle Comunità comprensoriali più altri 1.094 “privati”.

Il decreto Draghi dice infatti che «al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell'erogazione delle prestazioni di cura e assistenza gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dal Covid».

Tutti i lavoratori del comparto sanitario sono dunque chiamati a fare il vaccino. Compresi i liberi professionisti che lavorano negli ambulatori privati. Anche loro se non sceglieranno l’immunizzazione saranno sospesi dal servizio. I sette ospedali dell’Alto Adige sono sono al lavoro per riorganizzarsi in vista delle prime 149 sospensioni (il totale è di 161 ma comprende anche altri settori). La prospettiva è quella di ridurre i letti e tagliare i servizi perchè se manca personale - parliamo soprattutto di infermieri - non è possibile rispettare i turni. E al momento i nosocomi dell’Alto Adige contano fino ad oltre 800 dipendenti non vaccinati che se non lo faranno a breve, per legge saranno sospesi fino al 31 dicembre e rimpiazzati.

«La situazione cambia di giorno in giorno - spiega l’assessore alla sanità Thomas Widmann - e le regole rigide del Garante della privacy che comunicano i nomi all’ultimo, non ci facilitano il compito. Una volta alla settimana comunicheremo alla popolazione i servizi che saremo costretti a ridurre».

Pierpaolo Bertoli, direttore sanitario Asl, parla di «continui aggiustamenti». Al momento ci sono problemi al San Maurizio che ha tagliato i primi letti nei reparti di Nefrologia ed in Dermatologia e che potrebbe effettuare ulteriori riduzioni in Medicina interna, Geriatria, Otorinolaringoiatria e Psichiatria. In difficoltà la Riabilitazione dell’ospedale Tappeiner di Merano, mentre la Ginecologia sembra aver risolto le criticità. Alle prese con i tagli il servizio di Medicina complementare, la Chirurgia dell’ospedale di Silandro ed alcuni ambulatori specialistici. E manca personale nelle Chirurgie di Bressanone e Vipiteno ed ancora nei reparti di Medicina interna dei due ospedali.













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