«Non sono un terrorista» jihadista in lacrime

Interrogatori di garanzia per quattro arrestati nei carceri di Bolzano e Trento Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Richiesta di riesame in vista



BOLZANO. «Sono in Italia da 15 anni, non sono un terrorista: lo giuro sul bene dei miei figli». Ha pianto Ali Salih Abdula, 38 anni curdo-iracheno residente a Collalbo, difeso dall’avvocato Stefano Zucchiatti, ieri durante l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Bolzano, davanti al giudice Emilio Schönsberg. Di più non ha detto Abdula, accusato di far parte della cellula jihadista altoatesina smantellata da una maxi-operazione dei Ros al termine di un’indagine durata quattro anni; anche Jalal Saman Hasan, 36 anni residente a Bolzano e detenuto a Trento, sempre difeso da Zucchiatti, si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia. La stessa linea adottata da Eldin Hodza, 26 anni, e Abdul Rahman Nauroz, 36 anni, entrambi residenti a Merano e quest’ultimo già in carcere per rapina: il primo è difeso dall’avvocato Thomas Schnitzer , il secondo da Simone Bergamini.

Sia da parte di Zucchiatti che di Bergamini ci sarebbe l’intenzione di presentare richiesta di riesame dei nuovi ordini di custodia cautelare.

Secondo i legali le posizioni degli indagati si sarebbero “alleggerite” in quanto le nuove ordinanze di custodia cautelare sarebbero state ridotte da oltre mille pagine a una novantina. «Inoltre - spiega Bergamini - sembra che a Nauroz non si contesti più di aver fornito i soldi a Hodza per il viaggio in Siria». Nauroz avrebbe ammesso di conoscere gli altri curdi-iracheni finiti in carcere e di aver avuto contatti via chat, ma di non aver mai pianificato azioni terroristiche.













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