Olocausto, la memoria ora è incisa nella pietra

Trentatré sampietrini riportano i nomi di ebrei vittime della deportazione: sono stati collocati davanti alle case dove risiedevano. Ieri la cerimonia


di Gigi Bortoli


MERANO. Mattinata intensa quella che ieri ha visto il compimento di un progetto molto importante e significativo, “Pietre d’inciampo - Stolpersteineche". Un'iniziativa concretamente bilingue che ha coinvolto quattro istituti scolastici del nostro territorio il Savoy, il Gymme, il Liceo Scientifico in lingua italiana e l’Itas di Bolzano.

L'aula polifunzionale del Gymme ha accolto studenti, presidi degli istituti scolastici interessati, i rappresentanti della comunità ebraica di Merano, Federico Steinhaus e Elisabetta Rossi, di Lionello Bertoldi storico figura partigiana locale e l'artista che ha realizzato e diffuso in tutta Europa le Pietre d'inciampo, Günter Demnig. I veri protagonisti sono stati gli studenti alternatisi sul podio per illustrare la loro ricerca alla base del progetto. Ricerche difficili presso l'archivio cittadino che ha spesso offerto documentazioni incomplete o contrastanti tra loro. Un lavoro che ha portato all'individuazione certa di 33 indirizzi in cui hanno vissuto altrettanti ebrei meranesi deportati e dei quali ora esiste un profilo preciso e definito che altri ragazzi hanno letto alla platea.

Ma il momento più toccate lo si è celebrato proprio davanti all'ex Hotel Augusta e al numero civico tre di via Huber entrambi in prossimità delle ex Terme di via Huber. E sotto l'androne delle ex Terme, la cerimonia ha visto gli interventi del sindaco Günther Januth e del suo vice Giorgio Balzarini, dei presidi, di altri studenti e di Federico Steinhaus. E nelle loro parole il senso della "memoria" è risuonato in tutta la sua attualità evocando il dramma di Brindisi con l'abominevole tragedia che ha sottratto alla vita Melissa Bassi e causato feriti e disperazione. Lo stesso scempio operato dalla belva nazista con lo sterminio di 6 milioni d'ebrei e zingari e omosessuali. Numeri vasti che fanno perdere il senso della percezione. Quella percezione che invece, proprio con le "Pietre d'inciampo, si fa palpabile, fisica quasi.

I passanti ne saranno attratti. Incuriositi, sosteranno, si chineranno. Sui marciapiedi leggeranno quei nomi fino a quel momento sconosciuti e quelle persone torneranno a raccontare la loro vicenda esistenziale, il loro dramma. E anche "la memoria" non sarà più una parola vuota. Quindi, la posa delle "Pietre d'inciampo" da parte dell'artista Günter Demning, che da oggi vede anche Merano aggiungersi alle altre due città italiane che hanno posato le "Pietre d'inciampo", Roma e Genova.

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