Anziani

Oltrisarco, Comune in pressing per il centro lungodegenti 

Il Municipio chiede alla Provincia di sbloccare velocemente i finanziamenti. Il sindaco Renzo Caramaschi: «Sui 30 milioni promessi da Palazzo Widmann per ora solo risposte evasive. Quei 90 posti letto ci servono»


Paolo Campostrini


BOLZANO. Bolzano è in credito con la Provincia non solo per i cantieri stradali ma anche per quelli sociali. Sono dieci anni, per dirne uno, che Oltrisarco aspetta il suo centro lungodegenti. Prima dovevano pagarselo a metà col Comune, ora invece tocca a Palazzo Widmann farsene carico. Ma l’accordo tra i due, sindaco e governatore, c’è ma è ormai datato. Mentre la data di avvio del progetto non c'è ancora. E non se ne vede la stesura.

La ragione? «Non so, io chiedo, ma ottengo solo risposte evasive» dice Renzo Caramaschi. Che adombra una ipotesi molto plausibile: di soldi non ce ne sono. O, almeno, non così tanti come in passato e serve selezionare: il rischio è che tocchi ancora al capoluogo stringere la cinghia. «Ma Bolzano non può aspettare ancora - insiste Juri Andriollo - siamo stretti, la città invecchia sempre più anno dopo anno e lo farà in progressione geometrica. Le strutture che abbiamo scoppiano».

Ma non basta. Perché, con il centro, si è perso nelle nebbie dei finanziamenti possibili, probabili o non ancora previsti, anche il distretto sanitario. Quello che c’è è ormai senza fiato e con strutture all'altezza trenta o quarant'anni fa ma ora non più. Pure in questo caso il dominus dell’operazione è palazzo Widmann, col Comune impiegabile solo nella predisposizione delle varianti urbanistiche e nella preparazione del terreno amministrativo. Finanziamenti e cura dell’esecutivo no, quello è nelle mani della Provincia come tutte le operazioni che riguardano la sanità sul piano strategico.

«Tutte e due i progetti potrebbero partire subito - dice ancora l’assessore al Sociale del Comune - e ogni volta che come municipio ci mettiamo in contatto con l'assessorato al Patrimonio della Provincia ci rispondono: non c’è problema, tra breve si parte. E invece no. Sono anni che si sarebbe dovuto partire...»

C’è insomma una tensione che non si registrava da tempo tra i due versanti di via Grappoli. Molto mascherata dal sindaco, che mostra di comprendere le difficoltà della controparte nell'individuare le risorse, un po’ meno dagli operatori degli assessorati municipali sul campo, che sentono la pressione soprattutto dei quartieri. E tra questi, in particolare di Oltrisarco. Il lotto due di Rosenbach è lì che attende da anni di essere riempito da una cornice progettuale che tutti gli interlocutori hanno contribuito a predisporre negli anni e che, da quando è intercorso l'accordo Comune-Provincia sul finanziamento, tutti hanno poi condiviso.

E invece niente. Passano i mesi e dagli uffici del Patrimonio non giunge nessuna segnalazione al Comune. Prima dell’intesa sui fondi, palazzo Widmann contava di sborsare circa 17,7 milioni di euro per l’operazione lungodegenti, con l’intenzione di far pagare il resto alla città. Poi, si è giunti invece alla condizione di intesa politica con cui si fanno i conti in questi mesi: i quasi 30 milioni complessivi per progettazione e costruzione sono tutti sulle spalle provinciali. Con la prospettiva di dotare il quartiere, uno con le pressioni sul piano sociale più significative, di oltre 90 posti letto per anziani. Così da consentire a Bolzano di passare dagli attuali 647 posti disponibili a 737.

Questa fame di potenzialità assistenziali è emersa una volta constatato che la recente convenzione con la Waldner intorno alla clinica in zona Castel Firmiano non avrebbe consentito di coprire tutte le esigenze emerse successivamente. Ecco, dunque, l’accordo per Rosenbach.

Il quale è atteso in parallelo al distretto sanitario. Altro elemento di frizione tra città e Provincia. In questo caso sembra che le procedure per il suo riassemblaggio siano molto più velocizzabili in presenza di un preciso indirizzo esecutivo da parte provinciale. Il centro lungodegenti avrebbe invece bisogno di più tempo, ma, dice Andriollo: «Proprio perché poi le direttrici di avanzamento saranno complesse, più si aspetta, più in Provincia prendono tempo, e più si dilaterà la possibile agenda dei lavori e si allontana la data di una consegna alla città della struttura».

Le prossime settimane saranno decisive rispetto alla possibilità di un riavvio dei contatti tra i due enti ma la situazione dei bilanci non fa trasparire nulla di buono.













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