clima

Operai in fabbrica con 40°: «Dalle ventole esce aria calda»

Le grosse aziende hanno disposto misure extra, ma i sindacati chiedono impianti più efficaci. Assb monitora gli ospiti delle strutture. Al Pronto soccorso anche lavoratori con colpi di calore 


Sara Martinello


BOLZANO. Alle 14 di lunedì Bolzano ha toccato i 38 gradi. Figuriamoci nei cantieri, tra tondini roventi e asfalto come lava, o nelle fabbriche, al montaggio, ai torni, nelle fonderie. Al Pronto soccorso del San Maurizio la media degli ingressi è costante: 250 accessi al giorno. «È costante perché i bolzanini sono in vacanza», riferisce l’Azienda sanitaria, «Da giorni registriamo un aumento delle persone meno giovani, pluripatologiche, con qualche lavoratore con sincopi da calore». I sindacati dei metalmeccanici chiedono alle aziende di fare di più. E la Fillea Cgil torna a chiedere alla giunta provinciale di sospendere con delibera i cantieri, se le temperature superano i 35 gradi.

Le grandi fabbriche

Già la settimana scorsa nelle chat degli operai sono comparsi messaggi sui disagi del caldo. Passato Cerbero, è arrivato Caronte. Si parla di tempeste di calore per i prossimi giorni. «In certi reparti di alcuni stabilimenti si toccano i 40 gradi», constata Riccardo Conte (Fim Cisl), «Le ventole spostano aria calda. Servirebbero interventi strutturali». Così pure Marco Bernardoni, delegato della segreteria Fiom Cgil: «Già cambiare il sistema di aerazione e ventilazione sarebbe un investimento nella salute dei lavoratori. Le ventole non bastano». La Fiom chiede anche pause più frequenti e zone di refrigerio. Le aziende già riforniscono di acqua i dipendenti e mettono a disposizione sali minerali. «Diversi operai sono in cassa integrazione, altri sono in ferie. Ma anche solo uno di loro è importante», sottolinea Giuseppe Pelella (Uilm).

I cantieri

Alla Fillea Cgil, ieri ancora non risultavano richieste di sospensione dei cantieri. Al segretario Marco Nardini non resta che insistere sulla politica e sulla Prefettura: «Ci chiami, vanno avviate le procedure». «I cantieri sono tutti aperti», nota, «Bolzano è bollino rosso e nessuno si ferma. Le imprese vogliono rispettare le consegne e tra i lavoratori alcuni si mettono in malattia, altri invece lavorano ugualmente, con gli indumenti pesanti anti infortunistica, perché magari hanno contratti a termine. Che cosa succederebbe se un operaio intento a manovrare una gru o un carrello elevatore avesse un malore?». Nardini segue anche le fabbriche del legno. Segnala il problema delle polveri fini, che con temperature elevate si attaccano alla pelle: «Servirebbero gli aspiratori».

Le linee guida dell’Inail

Imprese e ispettorati dispongono di una serie di strumenti per prevenire il «rischio microclima» da cui mette in guardia l’Inail, che sul proprio sito ha le linee guida per la gestione del rischio caldo. Le aziende possono invocare la causale «eventi meteo» e richiedere la cassa integrazione anche con temperature inferiori ai 35 gradi, se la temperatura percepita comunque supera questo valore. Ad esempio, nei lavori di stesura del manto stradale o nel rifacimento di facciate e tetti. «L’azienda deve solo indicare le giornate di sospensione o riduzione dell’attività», spiega Nardini, «Sarà l’Inps ad acquisire d’ufficio i bollettini meteo».

Prevenire il colpo di calore

Che si lavori o che si possa restare a casa, la prima regola è idratarsi con regolarità. Il medico di famiglia Domenico Bossio ha già visto i primi casi di insolazione. In alcuni casi, anche tra i più giovani. Le raccomandazioni di Bossio: «Se proprio dobbiamo uscire di casa, bisogna che ci copriamo il capo. Anche in piscina e in montagna, anzi, ci capita di dovere aiutare agricoltori che lavorano il fieno in pieno sole».

Le strutture del sociale

Come la nuova clinica del San Maurizio, le quattro residenze di Assb hanno l’aria condizionata. Quindi sembra che di ventilatori in più non ne dovrebbero servire. «Ci si attiene rigorosamente alle nostre linee guida», premette il direttore delle case di riposo, Alessandro Borsoi. Si va dalle semplici regole di buonsenso, quindi fare indossare agli ospiti abiti leggeri, seguire il menù estivo preparato da medici e dietologa e fare le passeggiate nei parchi solo di prima mattina o verso sera. In estate, Assb e servizio infermieristico intensificano il monitoraggio dell’idratazione degli ospiti. Vengono allestiti anche angoli di ristoro con brocche d’acqua, e ai residenti vengono somministrati integratori. Per chi non vive nelle case di riposo, ci sono le tante associazioni bolzanine. Così l’assessore Juri Andriollo: «Hanno l’aria condizionata e tutti possono accedervi. Poi abbiamo il lido, il “mare” in città». E i migranti? Andriollo: «Le strutture aprono la notte, quando rinfresca un po’. I pochi che di giorno non lavorano, vanno sugli argini del fiume».













Altre notizie

Attualità