Orsi, in Alto Adige sono «solo» cinque

La Provincia: «Attaccati otto animali in un anno». Bondone e Paganella: affissi cartelli di pericolo



BOLZANO. In Trentino, in attesa di trovare metodi di difesa adeguati, dopo la recente aggressione di un escursionista a Cadine, si sono affissi dei cartelli: pericolo orsi. Se ci si deve accampare, sta scritto, a parte che lo si sconsiglia, si dovrebbe estrarre il cibo dai contenitori solo al momento della preparazione, non si dovrebbero lasciare cibo o avanzi e non si dovrebbe mangiare o preparare cibo nella zona di accampamento. Un diktat: cucinare presto, prima delle 19.00. Nelle escursioni, si prosegue sui cartelli affissi in zona Bondone e Paganella, si dovrebbero evitare le gite notturne, non si dovrebbe rincorrere l’orso per scattare foto, non lo si dovrebbe istigare. Si dovrebbe inoltre evitare di portare con sé bambini e le escursioni in bici. E niente discorsi a voce alta. Infine: non lasciare cibo in giro.

E in Alto Adige? «La presenza di orsi è limitata ad un numero compreso fra i 2 e i 5 esemplari provenienti dal Trentino: il fenomeno è sotto controllo». Con queste parole il direttore dell'ufficio caccia e pesca della Provincia, Andreas Agreiter, fa il punto della situazione sulla diffusione dei plantigradi nel nostro territorio. Il rapporto relativo all’ultimo anno rileva sino ad oggi comportamenti simili ai periodi precedenti. Otto, infatti, gli episodi di attacchi ad animali domestici e alveari contro i nove del 2014 e i dodici dell'anno precedente. «Da ciò si può evincere che il numero di esemplari presenti in maniera non continuativa sul territorio provinciale è compreso fra i due e i cinque». In Alto Adige viene segnalata la presenza di maschi provenienti dal Trentino (dove il numero censito è di 50 con 7 cucciolate) attraverso la Mendola, la val d'Ultimo e la Bassa Venosta. «Negli ultimi 10 anni il numero di plantigradi che trascorrono parte della stagione in Alto Adige è oscillato fra i tre e i sette, mentre le femmine risultano stanziali in Trentino a causa della necessità di stare nelle immediate vicinanze dei propri cuccioli». L'attività di monitoraggio effettuata sul territorio provinciale ha portato alla mappatura genetica degli orsi presenti tramite il ritrovamento di peli, feci o saliva, mentre il controllo degli spostamenti è possibile solamente per gli esemplari dotati di radiocollare.

«Gli orsi si avvicinano alle zone popolate dall'uomo principalmente perché rappresentano delle fonti di cibo facilmente accessibili. Ciò fa perdere gradualmente il loro sentimento di paura e timidezza nei confronti degli uomini, e proprio per questo motivo è fondamentale mettere al riparo dalle possibili incursioni dei plantigradi, e comunque non a ridosso delle abitazioni, i rifiuti organici. Anche gli alveari dovrebbero essere protetti tramite recinzioni elettrificate». Gli orsi vengono catalogati in base al loro comportamento, e l'intensità delle misure messe in atto da parte degli uffici competenti viene commisurata al livello di rischio: si parte con un monitoraggio più rigoroso, sino ad arrivare alla possibile decisione di rimuovere il plantigrado presa dal ministero dell'ambiente. «In caso di avvistamento da lontano di un esemplare da parte dell'uomo è fondamentale non cercare di avvicinarsi e tenere bene al guinzaglio eventuali cani. Per quanto riguarda gli incontri ravvicinati il consiglio è di mantenere la calma e cercare di allontanarsi senza fretta».(da.pa)

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