Orso sbrana due pecore e ferisce asino e pony in un agritur a Cortaccia Video: il racconto del contadino - Il blitz: guarda le foto - Video: l'orso nei boschi

La Forestale: «Questa notte faremo le ronde per vedere se torna». Il proprietario: «Ho trovato le orme e ho paura»



CORTACCIA. La scorsa notte un orso ha sbranato due pecore e ferito un asino e un pony al Kerschbamerhof di Corona, frazione del Comune di Cortaccia. A scoprire i danni e a trovare le impronte è stato il proprietario dell’agriturismo, rientrato a casa alle 4 dopo una festa. «Dopo aver trovato le impronte ho avuto paura».

Il titolare dell'agriturismo con le carcasse delle due pecore. (Foto: Groppo/Alto Adige, riproduzione vietata)

Il veterinario: «Potrebbe tornare e rovistare nei rifiuti. Non posso nemmeno escludere che possa esssere sceso nel fondovalle».Questa notte sono previste delle ronde notturne e il maso dovrà mettere un recinto elettrico.

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Questa qui sotto è una pecora "superstite" (foto Groppo)

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Il contadino titolare dell'agritur, Markus Kerschbamer, racconta in questo video come, rincasando da una festa alle quattro del mattino, abbia scoperto le pecore sbranate

Il video dell'orso avvistato a Sirmiano: forse, lo stesso protagonista del blitz a Corona

«È stato fantastico poter riprendere per oltre mezz’ora l’orso. Mi era capitato di vederlo altre volte, mai però per così tanto tempo e in pieno giorno». Roland Geier, rettore della riserva di Nalles, racconta così l’eccezionale avvistamento avvenuto nei boschi sopra Sirmiano. Secondo Heinrich Erhard, direttore dell’Ufficio caccia e pesca della Provincia, in Alto Adige in questo momento ci sarebbero tre esemplari.

Le fototrappole. Distribuite sul territorio ci sono 8-9 fototrappole che consentono ai tecnici faunisti dell’Ufficio caccia e pesca della Provincia di immortalare periodicamente gli orsi che passano per il territorio altoatesino. Ovviamente, sui punti dove sono posizionate le apparecchiature, che si azionano con il movimento, viene mantenuto il massimo riserbo, per evitare diventino meta di curiosi che armati di macchine fotografiche e telecamere potrebbero disturbare l’orso. Un animale che quando, anche a grande distanza grazie ad un olfatto eccezionale, avverte la presenza dell’uomo, scappa.

«Anche se - dice Heinrich Erhard, direttore dell’Ufficio caccia e pesca della Provincia - sappiamo più o meno dove transitano, non è detto che siano sempre lì. Anzi. L’orso può percorrere 20-30 chilometri al giorno. Si sposta in continuazione. Se poi è giovane, alla velocità di movimento unisce la grande curiosità».
In Alto Adige comunque e ancor di più in Trentino, i plantigradi sono stati avvistati e immortalati anche da non addetti ai lavori.

«Da studente - racconta Erhard - con un amico sono stato una settimana intera in Croazia, con il preciso obiettivo di vedere l’orso. Siamo tornati a casa senza mai averlo visto. In Alto Adige invece, andando nei posti dove si sa che passano, mi è capitato di vederli più volte e ogni volta è un’esperienza fantastica».

VIDEO - L'orso appostato vicino all'agritur a Brentonico, in Trentino

In questo periodo, in genere, si preparano ad andare in letargo. Ma questo è un autunno mite e quindi sono ancora in circolazione: si prevede che possano andarci a dicembre, per tornare alla “vita” ai primi tepori della primavera. Ma capita che, in certe stagioni, in letargo non ci vadano neppure. Se ci vanno però, il momento in cui pecore, capre e vitellini rischiano di più, è proprio alla fine del periodo di letargo, perché i plantigradi hanno bisogno di ricostituire le riserve. Ma, nonostante le periodiche polemiche sull’opportunità di aver ricolonizzato le Alpi Orientali a partire dal Trentino, i danni provocati dalla presenza sul territorio di alcuni esemplari, sono minimi e assolutamente sopportabili.

Il precedente sull’altopiano di Favogna di Sotto.

Il 24 settembre scorso, nella frazione montana di Magré, a 1000 metri di altitudine, un orso (lo stesso?) aveva compiuto un’altra incursione, dopo quelle dei mesi scorsi. Allora, il plantigrado ha preso di mira il maso di proprietà di Erich Gschnell, il sacrestano della chiesa parrocchiale di Favogna. L’animale si è accanito su cinque arnie sistemate al limitare del bosco ma a poche decine di metri dall’abitazione. Le ha scaraventate a terra distruggendone una e cibandosi delle cellette di cera che grondavano di miele.

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Le altre quattro arnie hanno subito solo lievi danni. Il proprietario Erich Gschnell si è accorto sulo al mattino dell’incursione dell’orso nella sua proprietà. Di notte però ha avvertito qualcosa di strano in quanto il cane di casa si era messo ad abbaiare. Gschnell ha denunciato il fatto alla Provincia e delle guardie forestali hanno compiuto un sopralluogo per valutare anche la precisa entità dei danni e del risarcimento.

Qualche giorno prima dell’incursione a Favogna di Sotto, probabilmente un secondo orso che era stato notato alcune volte durante questa estate, ha lasciato i segni del suo passaggio prendendo di mira la casetta dei forestali nel bosco di Favogna di Sopra, territorio che fa parte del Comune di Cortaccia. Mesi or sono l’orso aveva provocato danni ad un alveare di Andreas Peer in località Putzwald, un gruppo di case sistemate nella parte orientale dell’altopiano a Favogna di Sotto. Il Peer, agricoltore del luogo, aveva collocato una decina di arnie di api.

L’orso è stato attratto dal miele e ha distrutto una metà delle casette. Gli alveari, voluti dal padre Franz ma accuditi dal figlio Andreas, erano sistemati a un centinaio di metri dalla casa dove vivono i Peer. Ormai è certo che l’altopiano di Favogna rappresenta un habitat ideale per gli orsi. Anche perché il territorio boschivo della frazione di Magré confina con le montagne della Provincia di Trento e probabilmente i plantigradi che sono ottimi camminatori, sono giunti a Favogna percorrendo boschi e sentieri attraverso il Corno di Tres, giungendo sull’altopiano dalla zona di Vervò e Predaia, in val di Non.

Probabilmente lo stesso plantigrado che aveva razziato le api in località Putzwald è stato immortalato nel mese di giugno da una fototrappola installata da Hannes Pedron. Mentre si trovava su una postazione fissa in attesa del capriolo da cacciare, aveva sentito strani rumori provenire dal bosco. Aveva così installato un apparecchio fotografico a sensori che, dopo pochi giorni, aveva ripreso il plantigrado mentre di notte vagava nella foresta in cerca di cibo.













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