Ortisei: sesso con ragazze minorenni, arrestato falegname

Un falegname di 47 anni è in carcere su disposizione del pm Marchesini (nella foto) con l'accusa di aver indotto alla prostituzione tre ragazzine gardenesi



ORTISEI.  Un falegname di 47 anni è in carcere a Bolzano con l'accusa di aver indotto alla prostituzione tre ragazzine gardenesi.

Si tratta di due quattordicenni e di una quindicenne, amiche tra loro, che avrebbero accettato di fornire prestazioni di carattere sessuale dietro corresponsione di modeste somme di denaro e di regalìe di vario genere tra cui ricariche telefoniche. L'uomo è stato arrestato su disposizione del giudice su richiesta del sostituto procuratore Donatella Marchesini.

L'uomo arrestato (che convive con una compagna e ha due figli) per il momento nega ma ha precedenti per pedofilia. Nel 2000 patteggiò una condanna ad un anno e otto mesi di reclusione per atti sessuali con ragazzine minorenni. All'epoca la pena venne sospesa a seguito della concessione della condizionale. Ora il falegname è tornato nuovamente nei guai.

Il giudice delle indagini preliminari Carlo Busato ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per pericolo di reiterazione del reato. L'inchiesta, condotta dai carabinieri con assoluta riservatezza, mira ad accertare la reale entità dei fatti. Per il momento le accuse più pesanti, confermate nelle indagini, riguardano solo il falegname gardenese arrestato ma gli inquirenti sospettano che le ragazzine offrissero prestazioni sessuali anche ad altri soggetti.

L'inchiesta è molto delicata anche perchè le tre ragazzine per ora non hanno accettato di collaborare con gli inquirenti e si sono chiuse in un riserbo assoluto. A rivolgersi ai carabinieri a far scattare l'inchiesta sono stati i genitori di una delle ragazzine di 14 anni coinvolte. Il padre si sarebbe accorto di alcuni messaggini equivoci individuati sul telefono cellulare della figlia il cui comportamento (anche a livello psicologico) da qualche tempo, aveva iniziato a preoccupare. Nella memoria del telefonino i genitori hanno trovato messaggi di vario tipo. Ce ne sono alcuni che indicherebbero la disponibilità a prestazioni sessuali anche attraverso internet. Proprio su questo punto gli inquirenti stanno lavorando molto alacremente. La ragazzina, infatti, ha opposto il silenzio assoluto anche con i genitori che non hanno avuto accesso a «Facebook».

La minorenne, infatti, non ha fornito ai genitori le chiavi elettroniche per accedere allo status di «amici», dunque il padre non ha avuto accesso al profilo esistente su «Facebook». Si sospetta che la quattordicenne si accordasse anche per veri e propri spogliarelli davanti alla webcam in cambio di piccole somme di denaro o regali.
L'inchiesta si sta dimostrando complessa e difficile anche perchè gli inquirenti sono costretti a lavorare gomito a gomito con gli psicologi chiamati a dettare i tempi del coinvolgimento delle ragazzine in questione.

L'ipotesi di accusa mossa nei confronti del gardenese in carcere fa riferimento all'articolo 600 bis che fa riferimento alla prostituzione minorile. Chiunque induce alla prostituzione una persona di età inferiore agli anni 18, ovvero ne favorisce o sfrutta la prostituzione, è punito con la reclusione da 6 a 12 anni. Il gardenese in carcere, però, rischierebbe meno. Il comma secondo dello stesso articolo, infatti, riduce da sei mesi a tre anni la pena prevista per chi, in cambio di denaro, ottiene prestazioni sessuali da minori di età compresa tra i 14 e i 16 anni













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