Ospedale, ritmi serrati per sistemare la privacy

Il direttore di Comprensorio: «Confidiamo di tornare alla normalità al più presto» Disagi per i medici che non vedono sui computer la cartella clinica dei pazienti


di Valeria Frangipane


BOLZANO. «Come sapete non stiamo gestendo noi la questione privacy, ma la direzione dell’Azienda sanitaria. Il direttore generale sta facendo il massimo, confidiamo di risolverla al più presto».

Il direttore del Comprensorio di Bolzano, Umberto Tait, fronteggia da settimane le pressioni e le proteste dei medici alle prese con l'oscuramento dei dati sanitari dei pazienti, imposto dal Garante per la privacy.

Si presumeva che la faccenda avrebbe causato una serie di problemi, quello che probabilmente nessuno prevedeva è che i tempi, per tornare almeno ad una "quasi" normalità, sarebbero stati così lunghi.

Ma è successo anche perchè il sistema Medarchiver attivo in alcuni reparti - come dice l’Asl - non si è adeguato nei tempi previsti e perchè all’interno dell’ospedale sono attivi da prima della creazione dell’Asl unica - tredici diversi sistemi informatici. «Sì è successo così - precisa Fabi - e non potete sapere con quanta insistenza abbiamo intimato alla ditta esterna che ha installato il sistema di intervenire. Ci hanno detto sì un sacco di volte ma alla fine le cose non hanno funzionato a dovere. Diciamo che di giorno in giorno dovrebbe andare meglio. Chiedo una volta di più pazienza ai medici ed ai pazienti. Scusate tutti ma non è colpa nostra».

I tecnici al lavoro da giorni hanno sistemato lo "storico" del Laboratorio analisi che permette ad ogni reparto di vedere i referti richiesti in passato. «Capisco che lavorare così sia molto difficile -riprende Fabi - capisco che il suggerimento di tornare alla carta possa suonare anacronistico, ma al momento è una delle soluzioni da adottare».

Ricordiamo che Fabi in una lettera inviata dei giorni scorsi a Tait ha comunicato al San Maurizio l'oscuramento di tutti i dati clinici di Anestesia - Rianimazione, Astanteria, Oncologia, Pronto Soccorso e Dietologia. «So che i medici capiranno». I primari capiscono ma la pazienza ha un limite. E proprio nei giorni scorsi Federico Martin, chirurgo e presidente dei primari Anpo, in una lettera inviata proprio a Tait aveva descritto la situazione in maniera chiara ed efficace. «Come responsabile della Chirurgia generale e dopo aver sentito molti dei colleghi direttori di questo ospedale, esprimo il mio/nostro totale disappunto per le conseguenze derivate dall'oscuramento dei dati in relazione alle norme sulla privacy. Tale disappunto deriva dal constatare come sia a dismisura cresciuta la difficoltá ed in moltissimi casi l'impossibilitá di accedere a dati dei pazienti fondamentali per la raccolta dell'anamnesi, una corretta impostazione diagnostica e terapeutica ed una programmazione per eventuale intervento chirurgico. Tutto ció é ancor piú evidente nei pazienti che prevedono un follow-up oncologico, che necessitano di decisioni cliniche urgenti, che hanno in programma un intervento chirurgico, che provengono da altri reparti, ecc. Il tutto si concretizza in poca "good medical practice", aumento in alcuni ambiti del rischio clinico (con implicazioni medico legali?), di percezione da parte dell'utente di poca professionalitá ed incremento nel numero di esami inutili richiesti». Il San Maurizio ha fretta. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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