Ospedali sotto pressione Visite private dopo aprile 

Consegna di vaccini, preoccupazione. Zerzer: «Se non arrivano le dosi Moderna salta il Vax day di domenica. Aspetto conferme di Pfizer per l’1 febbraio o non ci bastano i richiami»


Valeria Frangipane


BOLzANO. Non c’è niente da fare. Il virus blocca gli ospedali. Sono ancora 416 i pazienti Covid ricoverati in Alto Adige con l’Asl costretta da mesi a dirottare medici, infermieri, personale specializzato nei reparti dedicati ed a riprogrammare continuamente tutta l’attività ambulatoriale classica.

Il direttore dell’Asl Florian Zerzer fa sapere che la pressione del virus resta importante e prosegue purtroppo il forte rallentamento nell’erogazione delle prestazioni ambulatoriali: «Abbiamo parlato con i primari e detto loro di attivare tutto quello che è possibile attivare ma si va a rilento. Al momento resta comunque sospesa fino a fine aprile tutta l’attività ambulatoriale in regime di libera professione».

Chi vuole scegliere il medico e pagarselo, non lo può fare. La durata della sospensione dell’intramoenia resta tale fino a diversa comunicazione. «Potrebbe anche subire una riduzione, che mi auguro, coerentemente con l’andamento epidemiologico. Ovvio che non possiamo aprire alle visite private in ospedale quando abbiamo la normale attività ambulatoriale in difficoltà».

A latere il direttore sottolinea come i primari possano decidere quali visite e prestazioni erogare, sono loro in virtù delle forze a disposizione, che devono programmare l’attività. Reparti e servizi non direttamente o parzialmente coinvolti nell’emergenza, che hanno a disposizione personale, possono -infatti - comunque decidere di garantire l’attività ambulatoriale mantenendo attive anche le prenotazioni.

Le cliniche convenzionate mantengono invece inalterata l’attività ambulatoriale.

Reinhold Perkmann - primario di Chirurgia vascolare - e presidente Anpo - ha appena detto in una riunione con i vertici Asl che le stazioni non Covid degli ospedali altoatesini, a causa della carenza di personale, viaggiano a ritmi ridotti. «Non è in difficoltà solo la tutta la Chirurgia, con l’attività che va al 30%, ma i problemi riguardano Neurologia, Medicina, i pazienti diabetici mentre i colleghi e tutto il settore infermieristico è allo stremo. L’emergenza non ci consente di garantire ai pazienti l’assistenza che meritano».

Ebner (Cgil): «Ci rimettono

anziani e malati cronici».

Alfred Ebner - del sindacato pensionati Cgil - si dice fortemente preoccupato per quanto denunciato da Perkmann: «Questa situazione determina pesanti ripercussioni sullo stato di salute degli anziani, dei non autosufficienti e dei malati cronici».

Per il segretario è in gioco la salute di tante persone bisognose di cure tempestive per le loro patologie acute e croniche: «Chiediamo che vengano ricercate tutte le soluzioni per il ripristino immediato delle attività a rischio o a ritmo ridotto, in particolare per la cura di cronicità che mettono a dura prova le fasce più deboli».

Vaccini e ritardi consegne

Zerzer più che preoccupato.

«Sono molto preoccupato per i ritardi nelle consegne di vaccini. Moderna avrebbe dovuto consegnare ieri le 600 dosi che ci servono per il Vax day di domenica a Terlano a cui partecipano 300 over 80 anche di Meltina, Nalles e Andriano. Se non arrivano ci vediamo costretti ad annullare gli appuntamenti ed a farli slittare». Il direttore è preoccupato anche per la fornitura Pfizer di lunedì 1 febbraio, annunciata ma non confermata. «Questo lunedì ce ne hanno mandate 9.360 ma lunedì prossimo ne aspettiamo altrettante. Altrimenti andiamo in crisi con i richiami. Se così fosse non mi resta che sperare nel ribilanciamento tra regioni promesso dal commissiario per l’emergenza Domenico Arcuri». Confermate le forniture successive sia di Pfizer che di Moderna, 21.564 dosi fino al 22 febbraio.

Varianti al virus, nessuna

notizia dallo Spallanzani

L’Alto Adige vuol fare da sè.

La variante del Covid-19 individuata per la prima volta in Gran Bretagna è stata rilevata finora in 70 Paesi, 10 in più nell'ultima settimana. Lo ha reso noto l'Oms nel suo ultimo aggiornamento epidemiologico. La variante sudafricana è presente in almeno 31 Paesi, 8 in più in una settimana. Ancora un'altra variante, scoperta in Brasile, si è diffusa in 8 Paesi. La variante inglese è già stata individuata in Italia mentre è di pochi giorni fa l’individuazione di varianti inglesi e brasiliana anche in Tirolo. Così il direttore Asl: «Abbiamo mandato i campioni da analizzare all’Istituto Spallanzani di Roma da settimane e non abbiamo ancora ricevuto risposta anche se la sollecitiamo quotidianamente... la questione non mi piace affatto. L’Alto Adige non ha la garanzia di essere al riparo. Ci stiamo muovendo con Eurac ed altri laboratori per riuscire a fare da soli».













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