Palais Campofranco, il progetto ruota attorno al “Ginkgo”

Un grande vaso interrato si vedrà nella galleria scavata dove passeggeranno le persone e faranno shopping



BOLZANO. Guarda il suo cortile diventato cantiere, il conte Huyn. Lo guarda dal terrazzo interno. Lì, prima della guerra, c'era una parte di palazzo Campofranco, poi venuta giù con le bombe. Dietro c'è la porta aperta del suo ufficio. "Ecco, proprio lì dove ho la scrivania ci sarà la cucina del nuovo ristorante...". Cambia tutto nel Palais. Tempo due anni, il sogno di Franz Ferdinand Huyn diventerà realtà. Vetro, acciaio, tavolini nell'attico rococò e nella cupola neobarocca sopra piazza Walther. Dove ci sarà un bar e un ristorante. Sotto, due piani e tanti negozi. Ma non più un supermercato. Ha deciso, il conte. E ancora una galleria illuminata. E poi un parco. "Sono 14 anni che ci penso", dice. Al suo fianco Michele Stramandinoli, bolzanino, l'architetto che guida i lavori. E che realizzerà il progetto di Massimo D'Alessandro, romano, vincitore del concorso di idee voluto dallo stesso conte. "L'ho conosciuto a Trastevere - racconta - dove c'è una stalla che lui ha trasformato. Facendone qualcosa di mai visto. Almeno da me. Ho pensato: ecco, vorrei che Campofranco finisse così. Ma ho aspettato che fosse una giuria di esperti a decidere. E l'ha scelto". Coincidenze. Intanto, tempo due mesi, massimo tre, saranno finiti gli scavi. E anche i problemi lungo via Parrocchia con il carico-scarico dei camion che porteranno via la terra. In tutto, Palais fatto e finito, investimento da 14 milioni.

La gru è montata, ora si parte sul serio...

"E in due anni, due anni e mezzo spero sia finito".

Gru enorme...

"Ha appena costruito uno stadio in Francia. Il braccio è lungo quanto l'intera via della Mostra. Ottanta metri".

Si scaverà per due piani interrati?

"Ancora dobbiamo capire. Ma sì, due piani".

Ci sarà un supermercato?

"Niente supermercato. Palais Campofranco diventerà un marchio. Lì ci saranno negozi di qualità. Va mantenuto alto il livello dei prodotti...".

Alto fino a dove? Lusso?

"Bolzano non è Cortina o Portofino. Sarà un lusso accessibile. Ma adeguato all'ambiente".

Lì, sotto di lei c'è il Ginkgobiloba, l’albero tutelato. Che ne farà?

"Il progetto ci ruoterà tutto intorno. Questa sarà una architettura che celebrerà l'albero. D'Alessandro ha pensato a un grande vaso interrato che andrà fino alle radici e si potrà girarci intorno in sotterranea".

Come lo salverete?

"Un dendrologo lo proteggerà per tutto il tempo del cantiere. Si scaverà un cerchio dieci metri intorno, piegheranno le radici e ci sarà sempre terra sotto il tronco".

E gli altri alberi?

"Tutti ripiantati. Sarà un parco, questo cortile. E il fondo non sarà asfaltato. Solo terra. Un'architettura naturale".

Ci teneva?

"Assolutamente. Ho sempre pensato a un progetto sostenibile, alla creazione di un microclima tutto interno al palazzo".

Cosa ci succederà?

"Qualsiasi cosa. Innanzitutto sarà aperto ai bolzanini. A chiunque. Eventi, incontri, musica. E tornerà il mercatino. Si potrà poi scendere ai negozi o salire al bar sul terrazzo. Oppure starsene qui sotto, tra gli alberi, a far niente...".

Si parlava di garage interrati..

"Niente garage. Solo una galleria di collegamento con quello di Piazza Walther. E poi un ascensore. L'abbiamo concordato col Comune".

E dove si salirà?

"Quasi all'angolo del negozio Loacker, alla fine della piazza".

Conseguenze sul traffico, nei mesi dello scavo?

"Nessuna. Qualunque sia l'ora di termine dei lavori notturni abbiamo definito uno schema: la sera si monta il cantiere esterno, quando sarà passata l'ultima corsa dei bus, poi la mattina tutto sarà sparito e la fermata sarà libera come sempre. Smonteremo e rimonteremo tutti i giorni."

Chi ci lavorerà?

"Solo imprese locali. Adesso vedo il mio sogno e sarà un progetto che celebra l'albero".

(p.ca.)













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