Palpeggiava le cameriere: condannato

A Luigi Casanova, caposala in un ristorante, inflitti due anni di reclusione per violenza sessuale ai danni di tre donne


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Si era sempre difeso sostenendo che le «libertà» che si era preso nei confronti di alcune cameriere straniere erano conseguenza del livello di confidenza che aveva raggiunto con le colleghe. Una tesi difensiva che ieri mattina, davanti al tribunale di Bolzano, non ha retto.

In effetti Luigi Casanova, 37 anni di Santo Stefano di Cadore, ha rimediato una condanna a 2 anni di reclusione per violenza sessuale ai danni di tre giovani donne che lavoravano in un ristorante altoatesino ed erano sottoposte alla sua organizzazione del lavoro.

Il tribunale (presidente Carla Scheidle, a latere Christine Erlicher e Ulrike Ceresara) hanno in sostanza accolto in pieno le richieste del pubblico ministero Donatella Marchesini. I fatti in questione sarebbero avvenuti tra marzo e giugno del 2010. Luigi Casanova avrebbe approfittato della sua posizione di responsabile capo-sala di un ristorante altoatesino.

«Mediante abuso di autorità», si legge nel capo d’imputazione, avrebbe costretto tre cameriere domiciliate presso la struttura alberghiera ad accettare le sue attenzioni particolari sotto il profilo sessuale.

A presentare formale denuncia erano state proprio le tre cameriere accompagnate nella caserma dei carabinieri dal titolare del locale pubblico, venuto a conoscenza in ritardo di quanto sarebbe in più occasioni avvenuto tra l’imputato e le tre giovani donne che sarebbero state più volte palpeggiate al sedere e al seno.

Ieri mattina in aula l’avvocato difensore di Luigi Casanova ha cercato di convincere i giudici, con una arringa puntigliosa, che i fatti in questione non avrebbero dovuto essere classificati come abusi di carattere sessuale.

In sostanza l’uomo ha ammesso di aver avuto rapporti molto amichevoli con tutte e tre le denuncianti ma ha negato di aver mai compiuto abusi di carattere sessuale. Il legale ha anche sottolineato che in più di un’occasione le tre donne erano uscite con l’imputato in momenti di svago accettando ben volentieri la compagnia dello stesso Casanova.

Un comportamento - ha sostenuto la difesa nel corso dell’arringa di ieri mattina in tribunale - che stride con l’ipotesi che lo stesso Casanova potesse essersi reso responsabile di un comportamento violento sotto il profilo sessuale. La difesa ha anche adombrato l’ipotesi di una possibile ritorsione architettata ad hoc nei confronti dell’imputato su iniziativa dello stesso proprietario del ristorante che accompagnò nella caserma dei carabinieri le tre cameriere denuncianti.

«Potrebbe essersi trattato anche di una vera e propria ritorsione dato che le denunce furono depositate dalle tre donne un paio di giorni dopo la decisione dello stesso Casanova di licenziarsi dopo un diverbio con il titolare dell’esercizio» ha ricordato in aula ancora l’avvocato difensore. Secondo l’avvocato la decisione di Casanova di andarsene aveva creato problemi organizzativi al ristorante e il titolare si sarebbe così «vendicato».

Le richieste della difesa non hanno però fatto breccia nei giudici. Luigi Casanova è stato dunque condannato a due anni di reclusione con i benefici di legge, cioè la sospensione condizionale della pena e la non menzione sul certificato penale.

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