Parco Cappuccini, 1,3 milioni «E lo togliamo dal degrado» 

Aperture lungo il muro, bistrot e spazio per bambini e anziani. La promessa di Bessone a “Quasi Centrum”:  «A fine anno parte il progetto esecutivo, via al cantiere nel 2021. In programma eventi e concerti per la rinascita» 


Paolo Campostrini


Bolzano. Due anni per il parco. Massimo due e mezzo. Così quello dei Cappuccini ha disegnato il suo futuro: 1) autunno di quest'anno indizione del progetto esecutivo; 2) appalto dei lavori entro gennaio dell'anno prossimo, 2021; 3) a primavera 2021 appalto lavori e conclusione degli stessi entro l'anno o agli inizi del 2022. Per prendere visione della nuova agenda politica, perchè il parco, più che sul tavolo urbanistico si stava muovendo su quello dei rimpalli tra giunte, il comitato “QuasiCentrum” ha incontrato Massimo Bessone . Dall'assessore al Patrimonio si aspettavano risposte: sono arrivate. E anche dentro quel quadro d'insieme che stava per sfaldarsi, visto che il Cappuccini stava diventando lo specchio della Bolzano divisa. Da un lato gli abitanti, che chiedevano sicurezza e possibilità di serena frequentazione, dall'altra l'emergenza migranti, con uomini e donne che ancora trovano nel parco un luogo per attività anche illecite.

Contrasto al degrado.

Il quadro d'insieme e l'orizzonte comune è stato chiarito: "Contrasto al degrado" ha assicurato Bessone. Che poi non significa solo allontanamento di indesiderati ma possibilità anche di integrazione. «La via maestra è riempire il parco di cose» avevano insistito nei mesi scorsi sia il sindaco che la giunta comunale. E il milione e 340 mila euro che la Provincia ha deciso distanziare serviranno proprio a costruire una fitta rete di attività interne alla struttura in grado di indurre l'installazione di luoghi di ritrovo fissi e di attirare l'organizzazione di eventi. Già queste proposte avevano trovato attuazione in alcune iniziative coordinate tra biblioteca Claudia Augusta e centro Trevi, oppure con mostre temporanee messe in piedi dalla vicina galleria Casciaro. Ma avevano trovato un luogo spoglio.

Come cambia il Parco

Ora il parco sarà strutturato. Confermato il come: 1) collegamento tra esterno ed interno dal lato del teatro Comunale con l'allargamento del muro perimetrale (300 mila euro sono stati stanziati per i lavori sulle mura) e il suo consolidamento; 2) un bar chiosco sul terreno adiacente l'attuale apertura verso piazza Verdi; 3) un'area gioco per bambini; 4) un'altra zona dedicata al riposo tra l'ombra degli alberi; 5) un palco mobile per manifestazioni e concerti. Questi ultimi saranno spesso a cura dello stesso teatro Stabile ma con la collaborazione anche dell'auditorium Haydn che sta elaborando un piccolo calendario dedicato al parco. «Rendiamo il capoluogo sempre più vivibile» ha aggiunto Bessone. Che aveva accanto il suo direttore di ripartizione, Daniel Bedin, con il quale sono stati messi in piedi i tavoli di lavoro in sinergia con il Comune e i suoi uffici, in prima linea, e poi con la ripartizione provinciale Beni culturali, l'ufficio provinciale dei Beni architettonici ed artistici, la Fondazione teatro e anche la facoltà di Design dell'università bolzanina. Quest'ultima collaborazione con la Lub è stata la più inedita. E anche quella portata avanti con grande creatività. I docenti hanno infatti chiesto ai loro allievi di “lavorare sul campo”, di visitare il parco e poi elaborare progetti molto versatili per il suo riuso collettivo. Questi elaborati sono stati infine oggetto di una mostra, attuata con disegni, video e modellini in scala per rendere plausibile la loro operatività. E proprio alcuni di questi progetti sono stati inseriti nello scenario riqualificativo complessivo del parco, accanto alle opere fisse come il chiosco e il palco.

La battaglia di Quasi Centrum

Katrin Teutsch, la presidente di QuasiCentrum ha partecipato a molti dei tavoli di elaborazione dell'agenda per il parco. Il suo comitato da anni si batte per sganciare tutta una zona, stretta tra piazza Domenicani e piazza Verdi-Stazione, da un destino di percezione periferica della propria identità e collegarlo al centro vero, quello più frequentato. E il parco Cappuccini, negli anni, era diventato la cartina di tornasole di questa marginalità ma anche il luogo di un possibile rilancio. Ora sembra che sia stato avviato.













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