solidarietà

Parte la Colletta alimentare: aiuterà 8500 altoatesini poveri 

Appuntamento sabato in cento supermercati. La raccolta di cibi a lunga scadenza quest’anno è fondamentale: calate le donazioni anche di eccedenze alimentari. A sostenere il Banco ora scende in campo anche il Bauernbund



BOLZANO. Sabato 18 novembre, in oltre cento punti vendita della grande distribuzione in Alto Adige, un migliaio di volontari saranno impegnati nell’edizione 2023 della Colletta alimentare, l’iniziativa annuale del Banco alimentare del Trentino Alto Adige, che in provincia si occupa di sfamare una media mensile di 8.500 persone.

Una colletta alimentare importante da sempre, perché, nonostante gli apporti dei grandi donatori istituzionali - Unione europea e Stato - verso fine anno i magazzini del Banco sono agli sgoccioli e urge rimpinguarli. Ancora di più quest’anno. Perché dopo tre anni di crisi legate a quanto accaduto e a quanto sta accadendo su vari piani a livello planetario, le donazioni sono in flessione, mentre la domanda è in aumento. Il tutto in una provincia generosa su eccedenze alimentari e cibi in scadenza, meno dal punto di vista di chi produce alimentari, se si escludono le grandi latterie.

«La candela brucia da tutte e due le parti», hanno sintetizzato i rappresentanti del Banco Alimentare del Trentino Alto Adige ospiti della quotidiana riunione di redazione del nostro giornale, coordinata dal direttore Alberto Faustini. Il direttore del Banco alimentare, Giovanni Vultaggio, il vicepresidente, Luca Merlino, e il coordinatore provinciale di Siticibo, Calogero Di Cara, hanno tenuto a sottolineare che si potrebbe, si dovrebbe fare di più. L’occasione, per tutti gli altoatesini, sarà sabato nei supermercati in pratica di tutte le insegne presenti in provincia. Si raccoglieranno cibi a lunga conservazione, da distribuire mensilmente agli altoatesini che hanno bisogno.

Si soffre per via delle crisi

«Andiamo verso fine anno», chiarisce il direttore Vultaggio. «E i nostri magazzini sono quasi vuoti. Non dico più degli altri anni, ma di certo negli ultimi due o tre anni abbiamo sofferto più che in passato».

Questo, ovviamente, per tutta una serie di motivi che vanno dalla pandemia al rincaro delle materie prime all’aumento spropositato delle bollette, cui si sono aggiunte la guerra in Ucraina e l’attuale drammatica crisi della striscia di Gaza. «Tutto ciò ha impattato negativamente anche sulle donazioni, anche delle famiglie, che sono diminuite. La gente ha meno disponibilità».

Anzi, c’è gente che prima donava e adesso ha, essa stessa, bisogno di una mano. «La candela brucia su entrambi i lati», ribadisce il vicepresidente Merlino. «Le donazioni diminuiscono, mentre le richieste di aiuto aumentano». E questo, tengono a sottolineare i responsabili del Banco Alimentare, al di là della questione migranti, i quali vengono sì in parte aiutati grazie alla distribuzione di cibo del Banco Alimentare, ma lungo altri canali, affatto differenti, gestiti da Volontarius e Croce Rossa.

«Noi - chiarisce Merlino - sosteniamo con gli alimenti le associazioni del territorio». Il Banco non ha contatto diretto con le persone cui arrivano gli aiuti, ma lavora sempre con obiettivo le persone, non la mera distribuzione di generi alimentari.

«Negli anni abbiamo registrato una flessione, già prima della pandemia», va oltre Merlino. Nell’ultimo anno, in particolare, a pesare è stata l’inflazione molto alta. «È bello abitare in una regione ricca, che attrae molti turisti, ma i prezzi sono alti, e non sto parlando di una notte in val Gardena in un super hotel con centro benessere, che i più non potranno mai permettersi. Sto parlando della spesa al dettaglio, cui si aggiungono i rincari dei carburanti, che intaccano l’intera filiera». Tradotto in soldoni, chi prima donava 3, 4 o 5 euro, magari adesso non se lo può più permettere, perché quelle poche monetine sono state già fagocitate. Al Banco Alimentare sono attenti a certi aspetti, e allora si sono accorti di cosa stia accadendo nella grande distribuzione. «Lo vediamo nel packaging: si riduce la quantità mantenendo il prezzo».

Eccedenze in diminuzione

Il Banco alimentare quotidianamente si occupa di raccogliere le eccedenze alimentari. Si evita lo spreco, si aiutano le aziende a smaltire l’invenduto. Si raccoglie al mattino, si riesce entro la giornata a distribuire la merce in scadenza e a sfamare chi ne ha bisogno.

«Anche nel recupero delle eccedenze - così Di Caro - stiamo assistendo a una diminuzione delle donazioni». Sia in termini di quantità che, in parte, di qualità. Spiega Merlino: «Da parte delle aziende c’è maggiore oculatezza. Se in passato c’era chi teneva venti tipi di pane fino alle sette di sera e poi ne buttava via a quintali, adesso ne tiene solo cinque tipi». Anche i supermercati tendono a vendere il più possibile, con offerte, reali, anche fino al 50%. Sulle eccedenze però il Banco Alimentare - in particolare la sua eccellenza che si chiama Siticibo e che solo fra Bolzano e Merano mette in campo tre furgoni, una cinquantina di volontari al giorno - funziona, regge. Di Caro tiene a chiarire: «Tutti i giorni distribuiamo ciò che scade non domani bensì oggi». Ma se il fresco aiuta, anzi è fondamentale per garantire una alimentazione corretta a chi si soccorre, non basta mica.

L’ancora di salvezza

Siticibo non basta, occorre per forza la Colletta. «Quest’anno - racconta Vultaggio - grazie ad un’ampia rete di associazioni, abbiamo organizzato una raccolta di cibi a lunga conservazione che sarà più importante del solito. Saremo presenti in un centinaio di punti vendita, una quindicina in più rispetto all’anno scorso. Si tratta dei punti vendita di Despar, Poli, MPreis, Lidl, Aldi, Conad, Md, Eurospin, Coop. Fra gli ottocento e i mille volontari in campo». Fino all’ultimo, non si sa quanti saranno. Anzi, se ne cercano. Perché, senza fare né nomi né cognomi, certi punti vendita sono disposti a dare una mano, ma latita il personale da mettere a disposizione. Quindi, per chi fosse interessato: «Basta andare sul sito del Banco Alimentare e compilare il form, dando la propria disponibilità», così Merlino. Ci saranno comunque molti volontari, anche giovani, coinvolti dai loro mentori: il Galilei, i cresimandi delle parrocchie, gli scout...

La nuova frontiera sudtirolese

Dal 2009, da quando il Banco è uscito dalla sola Bolzano per spingersi in periferia, la realtà nazionale, italiana, ha cominciato a collaborare con il mondo di lingua tedesca e a farsi conoscere. «La Landestafel - spiegano Vultaggio e Merlino - non è più sconosciuta, soprattutto a livello di associazioni, nei paesi. C’è ancora semmai da sviluppare un rapporto con il mondo imprenditoriale di lingua tedesca nel campo alimentare. Fuori dalla realtà associativa ci conoscono meno». Il Banco ci sta lavorando. «Stiamo cercando di far capire il valore della nostra attività, che non è riempire la pancia a chi non ha voglia di fare niente». Grazie alle associazioni che distribuiscono il cibo, si incontrano le persone, si scoprono i disagi reali. Lo strumento usato è la mano tesa. E non solo, ma anche grazie all’impegno durante la pandemia, lo ha capito pure la popolazione di lingua tedesca: Burgraviato, Venosta, Passiria. Che il Banco stia lavorando, splendidamente, è provato da un fatto quasi eclatante: da pochi mesi è sostenuto dal Bäuerlicher Notstandsfonds, il fondo di solidarietà rurale del Bauernbund. Così Vultaggio: «Un grosso passo avanti, abbiamo instaurato un rapporto molto bello: ogni mese ci sostengono con donazioni alimentari: latte a lunga conservazione, patate, in questi mesi autunnali mele, rape rosse». Perché a soffrire non è soltanto il pensionato solo di Bolzano, o il disoccupato, o il divorziato. Ci sono anche tantissimi locali. «Anziani soli che non riescono più a gestire il loro maso». Perché i contadini non sono solo ricchi meleti, agriturismi chic e Mercedes. «Con il supporto delle associazioni locali, grazie a persone di fiducia, queste persone vengono aiutate. Noi non vediamo direttamente i poveri, ma siamo perfettamente a conoscenza di come agisce chi se ne prende cura».

Pacco viveri o emporio?

Un’altra eccellenza di cui il Banco si fa vanto è la collaborazione con la Rete anziani. «Una realtà come poche. Non è facile arrivare alla povertà degli anziani. Di recente abbiamo avuto lunghe discussioni coi responsabili: emporio o pacco viveri? Ci hanno spiegato: manteniamo il pacco viveri, per vergogna i nostri anziani non entrerebbero mai in un emporio». DA.PA













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