Pd, Costa duro: «Basta risse sul sindaco»

Il coordinatore della campagna elettorale richiama Bizzo e Spagnolli: «La decisione spetta solo ai circoli di Bolzano»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Costa, ha letto Spagnolli? Parla di Bizzo come di un rimorchio...

«Sì, letto. Ecco quello che succede quando la si butta sul personale. Uno arriva e dice: voglio sfidare l'altro. Invece in questa fase occorre spersonalizzare il più possibile». Quindi del tipo: non chi ma come deve essere il nuovo sindaco, intende questo? «Proprio così. Programmi, alleati, profili. E soprattutto che decidano prima i circoli bolzanini. Si discuta, si litighi ma lo faccia tutto il Pd e i suoi iscritti e lo si faccia a Bolzano. Come accade a Merano, come da me a Bressanone». Carlo Costa e' l'"homo novus" del partito, quello a cui il partito stesso è ricorso dopo gli affanni delle provinciali per (ri)disegnare la cornice entro cui si dovrà dipanare la campagna per le comunali, e, dopo il convegno di Bressanone dei 400 presenti, il conducator, l'uomo forte del rinnovamento. Naturale che si morda la lingua dopo l'uscita di Bizzo. Uno scontro a due, faccia a faccia, muso contro muso è l'ultima cosa che il Pd poteva augurarsi. Figuriamoci lui.

Che sta succedendo, Costa?

«Che si sono saltati due passaggi. Mettiamola così».

Solo questo?

«Anche questo. Ma è decisivo. Qui la forma e sostanza. Prima dei nomi, di qualsiasi nome deve svolgersi il dibattito nei circoli del Pd. E insisto: solo nei circoli bolzanini. In questa fase c'entrano poco gli organi provinciali. I circoli devono discutere del profilo del candidato, poi dei nomi. E infine tocca ai consiglieri e alla giunta».

E che profilo deve essere?

«Primo, avere la capacità di trovarsi alleati. Le alleanze sono decisive. E per me lo sono quelle col mondo tedesco e dunque con la Svp. Il nostro candidato deve essere in grado e dialogare con questo mondo senza preclusioni. Poi l'idea di città, l'esperienza».

Sembra il ritratto di Spagnolli...

«Magari lo è. Quello che è stato fatto nel corso di due mandati ci restituisce una città che è cresciuta nella convivenza. Ma non è questo il punto».

E qual è?

«Il punto non è qual è l'idea di Carlo Costa ma quale idea di sindaco uscirà fuori dal confronto dentro il Pd».

E poi c'è la Svp...

«E perchè no? Sono i nostri alleati storici a Bolzano. Non hanno ancora deciso se proporre un loro candidato oppure votare al primo turno quello che proporremo noi. Mi sembra che il loro parere, non le loro condizioni si badi bene, siano abbastanza interessanti per noi, o no?».

Stanno litigando due nomi di spicco nel Pd, la sua prima linea: un sindaco, un consigliere provinciale. E tutti e due di area cattolico-centrista...

«Non la vedrei così. Roberto, con la sua uscita improvvisa, leggo che non l'ha messa sul piano delle appartenenze o programmatico ma personale. È questo che non condivido. È proprio il contrario di quello che deve accadere a pochi mesi dalle elezioni».

Ma anche Spagnolli non è andato sul leggero: peso, rimorchio. E poi i suoi a accentuare lo scontro. Qualche alleato li ha chiamati i "pasdaran di Gigi".

«È stato un errore. Non ho nessuna reticenza ad ammetterlo. Ma ricordo che prima dell'uscita di Bizzo, Spagnolli aveva mantenuto riservata la sua candidatura. Ripeto, il problema non sono loro due ma il fatto che si parli solo di loro due come persone e non come portatori di programmi o idee. E' questo che va evitato».

Primarie di coalizione o, a questo punto, è meglio prima fare le primarie nel Pd?

«Io sono per quelle di coalizione. Il Pd deve avere un suo candidato e con quello confrontarsi sui programmi e con gli alleati per elaborare un nuovo piano comune per la città. Le vere primarie interne si fanno nei circoli, tra gli iscritti, con chi lavora ogni giorno nel partito e vuole esprimere il suo parere. E' questo che non va nell'uscita di Bizzo».

Qualcuno ha detto: ma allora il Pd è poco democratico, soffre se uno si fa avanti e dice la sua...

«Al contrario. Il Pd vuole il confronto interno. Lo vuole con tutte le sue forze. Ma che sia vero: sui programmi, le idee, sul tipo di sindaco che serve per portarle avanti. Tutto questo, che è la sostanza della democrazia, manca se la questione si riduce a uno sconto personale, io contro di te, io sono meglio e tu peggio e via così. Senza parlare dei problemi di immagine per il partito. E questo va a scapito sia di Spagnolli che di Bizzo. A meno che non si persegua il tanto peggio tanto meglio...Io cercherò di impedirlo».













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