Pedofilia: arrestato istruttore sportivo

Trentenne bolzanino in manette: è sospettato di abusi su ragazzini di 10 anni


Mario Bertoldi


BOLZANO. Ancora un presunto pedofilo nella rete degli inquirenti. Su disposizione della magistratura è stato arrestato un istruttore sportivo che già in passato, in altre zone d'Italia, ha avuto problemi analoghi con la giustizia per vicende, però, che si sono concluse senza condanna.
Ad ottenere l'emissione di un ordine di custodia cautelare in carcere è stato il pubblico ministero Donatella Marchesini, magistrato specializzato in indagini riguardanti le cosiddette «fasce deboli». Il riferimento ovviamente è alle vittime degli abusi sessuali, in questo caso ragazzini dai dieci anni in su. Proprio per una totale tutela di questi ultimi, non vengono ovviamente forniti elementi in grado di individuare la persona indagata con il rischio di dare un volto e un nome anche a coloro che avevano a che fare con lui e che potrebbero essere tra le vittime degli abusi. L'ordine di custodia cautelare è stato firmato per pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento prove. L'uomo arrestato è un trentenne che viveva da qualche tempo a Bolzano dopo diversi anni trascorsi fuori provincia. Proprio in questo periodo l'uomo era stato coinvolto in altri episodi di questa natura. Era finito sotto inchiesta ma era riuscito a cavarsela, evitando di essere condannato.
Forse proprio con l'idea di «cambiar aria», l'uomo - che nel tempo libero svolge attività propria degli istruttori sportivi - ha deciso qualche tempo di cambiare residenza e di trasferirsi a Bolzano.
L'inchiesta curata dalla Polizia e dalla Procura della Repubblica è coperta da uno stretto riserbo, proprio a seguito della gravità del caso e del coinvolgimento di adolescenti. Dagli investigatori è stato solo puntualizzato che i presunti abusi sarebbero molteplici, che l'uomo avrebbe approfittato del ruolo che aveva con i ragazzini nell'ambito dell'attività svolta nel tempo libero e che la segnalazione è stata fatta direttamente alla polizia non dai genitori dei piccoli ma da chi si era accorto di un comportamento anomalo dell'uomo nel rapportarsi con i ragazzini. I presunti abusi di cui l'uomo è accusato non si sarebbero spinti, per fortuna, a forme di vera e propria violenza sessuale in senso stretto. I ragazzini, insomma, sarebbero stati molestati, palpeggiati, indotti a loro volta a toccare l'indagato nelle parti intime. Questo per lo meno è il quadro accusatorio che ha portato in carcere l'uomo.
Nessuno degli adolescenti aveva raccontato a casa i comportamenti anomali dell'uomo. Come detto sono stati alcuni osservatori dell'attività svolta a rendersi conto che qualcosa non andava per il verso giusto. I primi controlli della polizia, con intercettazioni ambientali, ha fatto capire agli inquirenti che in effetti i sospetti non erano privi di fondamento. Di qui la decisione del sostituto procuratore Marchesini di intervenire immediatamente a tutela dei ragazzini. L'istanza di emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per pericolo di reiterazione e di inquinamento prove è stata accolta in pochi giorni dal giudice.

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