BOLZANO

Pericolo processionaria a Bolzano: attenzione a cani e bimbi

Il caldo ha portato i lepidotteri a scendere dagli alberi: decine di segnalazioni. Al contatto con pelle e mucose i peli urticanti possono essere pericolosi


di Alan Conti


BOLZANO. La processionaria torna ad essere un pericolo in provincia. Il caldo e le temperature miti hanno portato questi lepidotteri a scendere dai pini, dove nidificano, prima del previsto. L'inverno caldo, inoltre, ha permesso ai nidi di svilupparsi velocemente. Necessario, quindi, prestare la massima attenzione a questi bruchi (Thaumetopoea pityocampa il nome scientifico) perché presentano sul corpo dei minuscoli peli assai urticanti. Al tatto possono provocare eritemi sulla pelle, ma anche infiammazioni più o meno estese agli occhi o alle mucose. Particolarmente a rischio sono bambini e cani che, incuriositi, rischiano di avvicinarcisi troppo con la faccia o con il muso. In rari casi il contatto può anche risultare letale.

Diversi gli avvistamenti negli ultimi giorni. Il loro modo di procedere in fila indiana le rende particolarmente riconoscibili. Segnalazioni sui social network arrivano dal Parco Ducale, dalle Passeggiate di Sant'Osvaldo, dalla chiesa San Paolo in via Castel Weinegg ad Aslago e da via Maso della Pieve dove è stato fotografato anche un nido. Fuori Bolzano le processionarie sono state avvistate a Egna nella zona del Rio Trodena, a San Giacomo e a Merano (con un nido piuttosto grande alle Passeggiate Tappeiner). A postarle singoli cittadini e veterinari. Un fenomeno monitorato dal corpo forestale.

«Abbiamo ricevuto tre segnalazioni in poco tempo – spiega il comandante Roberto Todesco – ma stiamo seguendo varie zone interessate. Scendono dai pini, larici o cedri dove nidificano. Sostanzialmente selezionano un punto dove impuparsi, nascondersi a circa 15 centimetri di profondità per diventare crisalidi e poi falene di forma triangolare».

Il consiglio, spiega Roberto Todesco, «è di stare molto lontani quando si individuano e avvertirci. Avvicinarsi significa metterle in allarme aumentando la possibilità che spargano i peli urticanti».

Un preciso decreto ministeriale del 2007 impone alle amministrazioni di attivarsi per contrastare la processionaria. La forestale provinciale, in questa lotta, è all'avanguardia. «Stiamo testando un nuovo metodo di cattura. Prima si procedeva spruzzando degli spray appositi, ma si tratta di una tecnica molto complessa in città. Ora, invece, abbiamo installato sui tronchi degli alberi delle trappole contenenti della terra. I bruchi non arrivano fino al suolo ma si fermano direttamente nella trappola dove si impupano»













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