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Piazza Erbe, niente alcol dall’una: l’ordinanza convince i baristi

Il sindaco firma il provvedimento valido da stanotte. Gli esercenti sorridono: «Si è giunti a un compromesso, quest’orario non ci danneggia» 


Aliosha Bona


Torna la stretta anti alcol in piazza Erbe, ma con un compromesso: scatterà dall’una di notte. Sembrava improbabile soddisfare contemporaneamente il sindaco, gli esercenti e i giovani che ogni fine settimana popolano il centro città. La quadra è stata trovata ieri, al termine di un incontro del sindaco Renzo Caramaschi, l’assessore Angelo Gennaccaro e i titolari di tre locali (Downtown, Black Sheep e Mr Ale).

L’ordinanza entrerà in vigore da questa notte: dall’una - e non da mezzanotte come temevano i baristi - fino alle ore 5 è vietato bere, trasportare e vendere bevande di qualsiasi tipo fuori dagli esercizi pubblici. Vietati anche i rumori molesti.

Le limitazioni sono la conseguenza diretta degli incresciosi episodi di sabato scorso, quando in zona volarono sedie e bottiglie. Un paio di feriti lievi. Otto le persone identificate, per le quali si attendono provvedimenti.

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La soddisfazione dei baristi

L’orario d’inizio stretta coincide di fatto con la chiusura di tutti i locali della zona, fatta eccezione per il Downtown che possiede la licenza fino alle 2. «Con queste nuove regole non veniamo danneggiati», il commento a caldo dei titolari di piazza Erbe, «Possiamo svolgere il nostro lavoro fino alla fine. Come è nostro diritto. Ringraziamo il sindaco e l’assessore Gennaccaro per la comprensione. Con la partenza dell’ordinanza a mezzanotte ci saremmo trovati di fronte a un’ulteriore beffa». I ricordi degli esercenti vanno a quest’estate, quando a inizio luglio fu firmato il divieto di bevande alcoliche, un’ora prima rispetto alla stretta attuale.

Le motivazioni del sindaco

L’ordinanza - in vigore fino al 5 marzo - sarà accompagnata dai severi controlli di carabinieri e polizia. «Sono aumentate notevolmente le segnalazioni di disturbo alla quiete pubblica e aggregazioni di persone che utilizzano in maniera inappropriata le immondizie sparse sul territorio», spiega Renzo Caramaschi, «Dopo i fatti dell’ultimo weekend, abbiamo deciso di prendere provvedimenti. Il nostro obiettivo, sia chiaro, non è quello di mettere il bastone fra le ruote ai locali, bensì di garantire la sicurezza». Angelo Gennaccaro ha giocato un ruolo di mediazione: «Dopo le pazzie criminali di sabato notte in piazza Erbe si poteva reagire d’istinto, chiudendo tutto alla cieca e non facendo gli interessi di nessuno. Oppure ragionare e cercare una soluzione di buon senso. Io ho voluto prendere la seconda via, quella della ragione e del dialogo. I giovani e gli imprenditori per bene non potevano uscirne penalizzati. E il sindaco va ringraziato per aver trovato un compromesso».

I dettagli dell’ordinanza

Questo il provvedimento firmato. Nel centro storico cittadino e nelle aree intorno all’asse corso Libertà - Monumento alla Vittoria, il sindaco ordina di non produrre con strumenti sonori e musicali, radio o altri dispositivi elettronici e con impianti di amplificazione audio, musica, canti, o altre emissioni sonore ad alto volume e di particolare intensità che disturbino la pubblica quiete (escluse le manifestazioni autorizzate). Inoltre dall’1 alle ore 5 è vietato introdurre, depositare al suolo, detenere, trasportare, cedere o ricevere a qualsiasi titolo bottiglie e contenitori di vetro, lattine, bottiglie in plastica chiuse con tappo di qualsiasi tipologia. Nonché di consumare bevande di qualsiasi tipo al di fuori dei plateatici degli esercizi pubblici, ovvero dopo l’orario di chiusura di questi ultimi. I titolari dei locali ed i loro dipendenti possono comunque, durante l’orario di apertura degli esercizi pubblici, servire le bevande ordinate dagli avventori seduti nei plateatici e portare le stesse al tavolo per la consumazione.

Tra i giovani resta la paura

La spiacevole vicenda di sabato scorso ha lasciato strascichi. Al Nadamas la titolare parla di un ambiente «sotto shock». È lì, nei pressi, che il gruppo di albanesi ha creato il maggior scompiglio. Annalisa, una barista, ci ha raccontato di essere stata presa a pugni, solamente per aver sfilato di mano un bicchiere a un ragazzo. La paura c’è anche fuori dai bar. Da parte di quei ragazzi che la zona la frequentano abitualmente. «Io ho visto tutto», racconta uno studente che, sempre per paura, vuole mantenere l’anonimato, «Se penso a quelle scene mi vengono i brividi. E il timore di poterle rivivere, in fondo in fondo, esiste. Quando si fa tardi, d’ora in poi, sto più attento a ciò che accade attorno a me». Chi è al tavolo con lui annuisce, come a dargli ragione. Poco più in là, sedute sui tavoli alti del Black Sheep, ci sono due ragazze. Una di loro è Sofia, sta per laurearsi a Unibz e vive la città da quando è piccola: «Bisogna stare attenti, soprattutto a una certa ora. Ma rimanere a casa per la paura che certi episodi si ripetano sarebbe sciocco. Gliela daremmo vinta». Chi più, chi meno. Ma la recente guerriglia ha diffuso angoscia tra chi cerca solamente di divertirsi, nel rispetto delle regole.













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