BOLZANO

«Piazza Gries, troppe auto. Restyling a misura d'uomo»

Gli attivisti di Lab:bz rilanciano il progetto di recupero e incalzano il Comune. «Nessuno ha risposto alla nostra proposta». Il 26 marzo assemblea pubblica con i cittadini



BOLZANO. Una volta piazza Gries era una piazza. Cos'è adesso? Una rotonda. C'è la chiesa, il convento, l'albergo storico ma si tratta di sfondi. Il resto è diventato lo snodo del traffico di smistamento via Vittorio Veneto-corso Libertà. In pratica la tangenziale impropria di Bolzano, visto che quella propria non c'è e se mai venisse sarà tra una ventina d'anni.

Una piazza non piazza

Nessuno spazio di ritrovo, passaggi stretti per i pedoni che sgusciano via tra parcheggi anche sui muri, fermate del bus, ciclabili dove si rischia più che sulla strada. Una piazza non piazza. Gli architetti direbbero: un gran bel posto potenzialmente, un "non luogo" nella realtà. Non luogo perché senza funzioni specifiche che non siano il traffico di attraversamento. Potrebbe averle? Probabilmente sì. C'è in campo un progetto che propone di fare diventare piazza Gries - almeno in parte - quello che era. Strumenti: liberare gli spazi dalle auto, ridisegnare i pochi punti di stazionamento residuali, piantumazione di alberi per creare un cuscinetto fonoassorbente in grado di schermare il rumore del traffico e restituire vita agli abitanti, con anche una nuova pavimentazione di design in grado di indicare passaggi e percorsi. L'ha messo in piedi l'architetto David Calas, il progetto. Ed è stato già presentato in Comune.

La proposta

Risultato? Silenzio. «Per questo adesso ci muoviamo», spiegano gli attivisti di «Lab:bz laboratorio urbano Bolzano». Hanno preso in mano l'idea, l'hanno sviluppata e adesso si preparano a presentarla alla cittadinanza, programmando un incontro pubblico per illustrarla il 26 marzo alle ore 20 nella Casa della cultura di Gries. Già ieri, con in mano i rendering del progetto, hanno messo in piedi una sorta di flash mob dialogando con i passanti ai bordi della galleria Telser, quella che porta al vecchio teatro comunale. Uno dei pochi anfratti, tra bici, auto e bus in cui è ancora possibile mettersi fermi e fare due parole.

«Tutti hanno manifestato il loro disagio», dice l'architetta Margot Wittig, del direttivo di Lab:bz, «E in tanti ci hanno chiesto come mai ancora non si sia fatto nulla per migliorare la qualità della vita di chi passa di qui». E ancora: «Il Comune sa del progetto, ma nulla ha detto né a favore né contro o se vi sarebbe la possibilità di almeno approfittare di qualche idea contenuta nella proposta Calas», ha aggiunto Sigrid Pernthaler del laboratorio, «Intanto la piazza resta sommersa dal rumore».

L'idea Calas sta tutta dentro le cornici della rigenerazione urbana. Nel senso che non incide sul costruito, ma muove gli elementi dello spazio trovando soluzioni in grado di garantire ambiti protetti di socializzazione. Inserisce anche arredi, in dialogo con le nuove piantumazioni e disegna scenari capaci di indurre le persone a fermarsi, muoversi con meno pericoli tra auto e bici: l'architetto ha pensato di creare una sorta di barriera tra vie e aree pedonali. Guardando in particolare alla curva che corre tra l'imbocco di via Vittorio Veneto, la fermata del bus e corso Libertà, sfiorando la galleria Telser. All'incontro con il quartiere sono stati invitati anche gli assessori comunali: «Speriamo nell'avvio del dialogo» dicono al Lab:bz. P.CA.













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