Piazza Magnago, la chiesa dedicata a Mayr Nusser 

Il vescovo l’ha intitolata al martire sudtirolese che si rifiutò di giurare a Hitler Ospiterà la Pastorale giovanile ed anche gli scout cattolici. Costo 2,4 milioni



BOLZANO. Era solo la piccola chiesa di Regina Angelorum. Adesso, se mai fosse possibile, è anche un manifesto umano, sociale e, dunque, politico . Come l'indicazione di una strada da percorrere, un'opzione di convivenza e di dialogo. Ecco cosa è diventato quel luogo stretto tra i palazzi del potere provinciale dopo una profonda ristrutturazione che ne ha fatto lo snodo delle associazioni giovanili cattoliche. E per due ragioni che si tengono ben strette insieme: la prima è che Pastorale giovani, Azione cattolica, scout, e i gruppi di lingua tedesca vivranno fianco a fianco, non più divisi logisticamente come prima; la seconda è che il centro e dunque la chiesa che vi è contenuta è stata ridedicata a Josef Mayr Nusser. «Oggi abbiamo aperto questi spazi perché sono già operativi e occupati dai nostri giovani - annuncia il vescovo - ma la consacrazione ufficiale avverrà in marzo».

Perché sarà il 19 di quel mese che il martire della resistenza cattolica al nazismo risalirà sugli altari ancora una volta, nell'anniversario della sua beatificazione.

Un altro possibile segnale che questo luogo potrebbe fornire lo fa rilevare Philipp Achammer: "Qui c'è il nome di Mayr Nusser - dice l'Obmann Svp - li fuori la piazza è intitolata a Silvius Magnago. Beh, sono due nomi che ci forniscono tutta una serie di indicazioni e di valori di riferimento che non si prestano ad equivoci...". Vuol dire, l'assessore provinciale alla cultura, che sia l'uno che l'altro hanno tracciato una strada: Mayr Nusser di coerenza rispetto ad una fede in grado di fargli dire "no" a Hitler, Magnago di altrettanta coerenza verso una visione politica che ha portato l'autonomia nell'alveo della convivenza e del dialogo, pur se difficile e contraddittorio. "Evidentemente non abbiamo scelto il nome del beato a caso" sussurra Ivo Muser. Perchè stato lui personalmente, il vescovo che dice pane al pane anche alla politica ultimamente richiamandola alla coerenza dell'accoglienza, ad aver indicato questo nome da apporre sul frontone della vecchia chiesa risanata. Ma tutto l'edificio è stato infatti profondamente riqualificato. Con l'inserimento di una "addizione" sul lato della stazione, che collega la vecchia parte con l'ala che ora ospita tutti gli uffici delle associazioni giovanili tedesche e italiane. É stato l'architetto brissinese Siegfried Delueg a muoversi nelle maglie progettuali che prevedevano, da un lato la conservazione e la ristrutturazione della chiesa degli anni Settanta e, dall'altro, l'inserimento della componente funzionale contemporanea. "Queste due porzioni sono state alla fine unite da un ponte" spiega guidando la visita lungo i corridoi che profumano ancora di legno appena tagliato. All'ingresso, a fianco dello spazio dove si svolgeranno sia funzioni che incontri, un lungo affresco tracciato da alcune classi di ragazzini delle elementari della Venosta. Dentro il grande spazio d'accoglienza con un altare appena tracciato c'è un crocifisso appoggiato alla parete. "Ma presto ne arriverà uno più grande e sarà appeso qui, sul fianco" anticipa il vescovo sorridendo. Si è svolto su poco più di 4mila metri cubi di volumetria l'intervento complessivo. I costi? Intorno ai due milioni e 400mila euro. Dei quali almeno 1,6 assegnati dalla Provincia, 600mila direttamente dalla Diocesi e gli altri fondi dalla Cassa di risparmio e da donazioni private a vari livelli. Dentro, nell'addizione contemporanea, gli uffici lavorano a pieno ritmo. Michele Dalla Serra, che guida la Pastorale giovanile di lingua italiana è felice della nuova collocazione: "Adesso operiamo senza più barriere, noi e gli amici di lingua tedesca. Siamo due impiegati, per adesso...". E i ragazzi di coordinate? "Adesso siamo tra i 60 e gli 80 che partecipano più attivamente all'attività giovanile. In realtà potrebbero essere anche di più... Per l'anno prossima stiamo programmando i nostri incontri, come sempre, ma anche nuove attività". Insomma, il centro Mayr Nusser comincia a camminare con le sue gambe. Sarà perchè si tratta di un beato di famiglia. (p.ca.)















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