la tragedia

Piazza Mazzini, il Comune ora cambia il semaforo: prima bici e pedoni

Dopo l'incidente costato la vita a Margherita Giordano, invertito l'ordine di accensione del verde all'incrocio "maledetto". L'assessore Fattor: "Troppi passano con il rosso"

IL LUTTO. Studenti e professori piangono Margherita

L'INTERVISTA Fattor: «Proprio ieri decise delle misure per una maggiore sicurezza»
LE FOTO Un incrocio maledetto 

IL SINDACO Un minuto di silenzio alla festa dei mercatini


antonella mattioli


BOLZANO. «Purtroppo, c’è voluto un incidente mortale, perché il Comune si decidesse ad intervenire sull’incrocio tra corso Italia e corso Libertà: l’incubo dei camionisti. Noi lo avevamo sollecitato una settimana fa, dopo l’ ennesimo incidente, sempre nello stesso punto». Con amarezza Daniela Dal Col, vicepresidente della Cna con delega ai trasporti, commenta l’intervento attuato ieri, in fretta e furia dai tecnici, sull’impianto semaforico all’incrocio tra corso Italia e corso Libertà, dove giovedì pomeriggio 24 novembre è stata travolta e uccisa da una betoniera Margherita Giordano, 34 anni, campana, insegnante di sostegno presso la scuola Anna Frank di via Palermo.

Il nuovo semaforo

Come era stato deciso, mercoledì pomeriggio al termine di un incontro tra tecnici e Polizia municipale, ieri si sono invertite le fasi del semaforo. Ovvero adesso prima scatta il verde per bici e pedoni; dopo - quando c’è la luce rossa per pedoni e bici - si accende il verde per auto e camion (finora era viceversa). Questo dovrebbe consentire ai primi di attraversare in sicurezza; ad automobilisti e soprattutto camionisti di impegnare l’incrocio senza rischiare ogni volta di investire qualcuno. È stata inoltre installata una nuova lanterna del semaforo a bandiera per bici e pedoni, in aggiunta a quella che già c’è. «Abbiamo deciso di farlo - spiega l’assessore comunale alla mobilità Stefano Fattor - perché ci siamo accorti che spesso le bici, che dovrebbero fermarsi qualche metro prima della riga bianca delle auto, si portano avanti. Ignorano il loro semaforo dedicato e partono quando partono auto e camion. Questa seconda lantera, posizionata più avanti, dovrebbe essere un ulteriore richiamo a fermarsi quando scatta il rosso».

Troppi passaggi col rosso

Stabilito che queste sono misure tampone, in attesa della costruzione del tunnel di Monte Tondo, la domanda è: perché non si è intervenuti prima? «Dopo il grave incidente di tre anni fa - assicura Fattor -erano state separate le fasi semaforiche (ciclisti pedoni/mezzi motorizzati); arretrata la linea di fermata delle bici; separata la ciclabile con un cordolo laterale, tolta l’interferenza con la ciclabile da piazza Gries. Sembrava sufficiente, tanto che in questi anni non è successo più nulla. Fino ad una settimana fa, quando c’è stato l’investimento di una signora, fortunatamente senza gravi conseguenze; poi purtroppo, l’altro pomeriggio, l’incidente mortale. Ma gli interventi erano già decisi. Martedì verrà rifatta la segnaletica orizzontale e si proverà a rettificare la curva. Non facciamoci però illusioni: sarà tutto inutile se soprattutto in bici non si rispetta il rosso, come ormai pare certo sia avvenuto sia nell’incidente mortale di giovedì sia nell’investimento di una settimana prima. Ieri tra le 12.45 e le 13.30 ho fatto un sopralluogo all’incrocio e ho visto cose pazzesche: bici che passano col rosso; pedoni che fanno zigzag tra le auto; monopattini che sfrecciano da una parte all’altra».

Divieto di transito per i tir

Non sarebbe possibile vietare il passaggio dei tir lungo via Roma, corso Italia, corso Libertà e via Cadorna? «Adesso tutti hanno la soluzione in tasca. Ma le cose sono un po’ più complesse. Il percorso attuale è l’unico possibile; le alternative sono tutte peggiori e non si può vietare ai camion di andare e tornare dalla Val Sarentino. A suo tempo abbiamo ottenuto dal prefetto di impedire il transito ai mezzi pesanti dalle 7.15 alle 8.15, ma limitatamente a via Cadorna. Si potrebbe togliere la ciclabile da corso Italia? Certo si potrebbe fare, ma non si può impedire alle bici di passare. Si valuterà semmai se c’è la possibilità di spostare il tracciato sul lato di piazza Mazzini».

Il tunnel di Monte Tondo

A FI e FdI che attaccano l’amministrazione comunale e chiedono le sue dimissioni, l’assessore Fattor replica parlando di “ignobile sciacallaggio”. Sandro Repetto, coordinatore cittadino del Pd, in una nota difende l’assessore e convoca per lunedì l’assemblea cittadina. «Si deve sottolineare come Bolzano paghi i ritardi della Provincia nel realizzare le opere stradali ed infrastrutturali, per rendere la mobilità in città sicura ed efficiente». Per liberare Bolzano dai camion che vanno e vengono dalla Val Sarentina, dove c’è un’importante zona produttiva, bisogna aspettare la realizzazione del tunnel di Monte Tondo. «La Provincia- dice il sindaco Renzo Caramaschi - ha messo i cinque milioni per il progetto, però ci vorranno anni per realizzarlo». Su quest’opera interviene anche l’ex assessore al traffico Roland Atz che guida un comitato di cittadini contro l’attuale tracciato previsto per il tunnel di Monte Tondo: «Meglio fare prima il tunnel sotto il Guncina». Ma al di là di cosa si debba fare prima o dopo, Repetto ora mette in dubbio che ci siano i fondi per il piano delle grandi opere. «Per questo ho presentato un ordine del giorno per chiedere certezze sulle risorse economiche. Nel documento di economia e finanza della Provincia sono previsti 200 milioni per la circonvallazione di Bolzano, la cui copertura finanziaria è indicata con “risorse derivanti da terzi”: un modo sinistro per dichiarare che le risorse non ci sono».

 













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