Udienza

Picchiò e ferì Sigrid Gröber: Gruber chiede di patteggiare

Imputato per l’omicidio della donna nel 2023, il 55enne in aula per un episodio del 2020. Le causò lesioni guaribili in 29 giorni. Fatti che potrebbero influire sul processo in Corte d’assise



BOLZANO. Il prossimo 24 aprile, Alexander Gruber comparirà di nuovo in Corte d'assise per rispondere del reato di omicidio preterintenzionale per la morte di Sigrid Gröber, 39 anni, nella notte tra il 18 e il 19 febbraio dello scorso anno, a Merano. Ma Gruber, in tribunale, c'era anche il 17 aprile, stavolta accusato di lesioni personali aggravate dalla recidiva, ma sempre nei confronti di Sigrid.

I fatti contestati al cinquantacinquenne ex custode della Scuola provinciale alberghiera Kaiserhof risalgono al 20 marzo del 2020 e avvennero a Vipiteno. Lì, in piena pandemia, Gruber picchiò la compagna, causandole la frattura del quinto dito (il mignolo) della mano destra, lesioni al torace e a entrambi gli occhi. I medici del pronto soccorso a cui la donna si rivolse emisero una prognosi di 29 giorni.

Ieri l'imputato era in aula, al fianco dell'avvocato d'ufficio Johann Zöggeler, che ha chiesto di poter patteggiare otto mesi di reclusione senza la sospensione della pena. Richiesta su cui s'è trovata d'accordo anche la procura, rappresentata dalla pm Sara Rielli. Per questo, ieri, il giudice monocratico Alvise Cappello Dalla Francesca ha aggiornato l'udienza al prossimo 8 maggio, quando pronuncerà sentenza di patteggiamento.

Dopo quanto accaduto a febbraio del 2023 e dopo l'arresto di Gruber, era emerso che il rapporto tra i due era sempre stato assai burrascoso. Tanto che le denunce presentate dalla donna contro il compagno sarebbero state almeno una mezza dozzina. Una parte di queste, come spesso accade nei casi di violenza di genere, sarebbe poi stata ritirata. Non occorre essere avvocati od esperti di giurisprudenza per intuire che quest'ultimo processo non potrà che avere effetti negativi su quello ben più pesante in corso in Corte d'assise.

Nell'ultima udienza, infatti, il 20 marzo scorso, il dottor Giorgio Tubaro, consulente della difesa di Gruber, sostenuta dalle avvocatesse Alessandra D'Ignazio e Claudia Benedetti, s'era detto sicuro che la lunga serie di ematomi e abrasioni presenti sul corpo di Sigrid Gröber al momento dell'autopsia non erano riconducibili ai colpi inferti dall'imputato, ma da una caduta dalle scale della stessa Gröber.

La donna, nel cui sangue fu rilevato un tasso alcolico altissimo - 3,48 g/l -, secondo Tubaro, affrontò le scale che portavano all'alloggio di Alexander Gruber in una situazione di precario equilibrio che la portò a rovinare pesantemente sugli scalini in cemento, sbattendo anche il volto. Non è escluso, inoltre, sempre per il consulente della difesa, che la donna possa essere stata colta da una delle sue frequenti crisi epilettiche.

Gruber, insomma, che aveva anche lui bevuto parecchio, non l'avrebbe affatto colpita. Nell'udienza tenutasi ieri, invece, è emerso oltre ogni ragionevole dubbio che, all'interno di quella coppia, la violenza era purtroppo presente.













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