Podini: aperti la domenica per battere l’e-commerce

«Nei festivi si vende molto di più, almeno il doppio rispetto agli altri giorni» L’imprenditore bolzanino: «Il vero nemico è il web, aperto 24 ore su 24»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. «Ho paura che si voglia tornare al secolo scorso. Il commercio vive se è flessibile e qui invece si scrivono lettere a Gentiloni per limitare gli orari, chiudere le domeniche, far tornare il dirigismo...», Giovanni Podini, nel suo ufficio sopra il Twenty, ha appena finito di leggere la richiesta di Kompatscher e Rossi al governo di una nuova norma di attuazione per riscrivere le regole sulle liberalizzazioni. «È un suicidio tornare indietro. Ma lo è soprattutto per i piccoli negozi. Senza flessibilità i posti di lavoro di oggi ce li sogniamo».

Pessimista?

"Non più che realista".

Ragioni?

"Parto con una. Che è un dato, semplice, semplice: sette anni fa i volumi di Amazon erano di un miliardo, oggi sono di 37 miliardi".

Che vuol dire?

"Che l'e-commerce è la sfida. Non quella dei piccoli contro i grandi. E quel nemico non si combatte chiudendo la domenica o il sabato pomeriggio per l'unica ragione che il commercio lì, è attivo 24 ore su 24. Anche la domenica notte, altroché regole...".

Seconda ragione.

"Un altro dato. Da un anno siamo riusciti a invertire un trend che pareva immutabile: far comprare a Bolzano i tirolesi del nord. Per 15 anni i sudtirolesi sono andati a Innsbruck a fare acquisti nei loro centri, adesso vengono loro qui. E' un elemento inequivocabile. Basterebbe questo per dire una cosa semplice: se siamo flessibili, se teniamo aperto quando la gente che fa l'impiegato è libera allora ci si salva. Altrimenti si affonda".

C'è chi contesta il fatto che tenendo aperti la domenica si facciano più affari.

"Vorrei tirasse fuori dati ed esperienza dirette a supporto. Io dico questo invece: ormai la domenica il flusso di acquisti è il doppio rispetto agli altri giorni. Osservare per credere. Chi lavora negli uffici o in fabbrica sa che può comprare per tutta la famiglia nell'unico giorno libero che ha. E lo fa".

Ma si potrebbe comprare in altri giorni, dicono i sindacati.

"Sì, certo magari il lunedì mattina... No, credetemi. Uno non fa acquisti seri, dico oltre il pane o il latte, nei giorni feriali. Ormai la tendenza mondiale è questa. Se vogliamo tirare su i muri, allora impediamolo".

I piccoli negozi temono i grandi centri commerciali sempre aperti. Han ragione?

"Grande distribuzione e piccola convivono ovunque. Ripeto: il nemico è l'e-commerce che non chiude mai. E l'altro nemico è la "non flessibilità". Credere che tutto ritornerà come prima solo se una legge imponesse di chiudere o di aprire a comando. I piccoli devono essere flessibili non solo negli orari anche nella merceologia. La frutta del verduraio sotto casa è sempre la migliore...".

E invece la Provincia insiste: siamo speciali, siamo in montagna...

"E che c'entra? Anche la Savoia è in montagna. Aprono anche di notte. Innsbruck è in montagna e ha i grandi centri. Più di noi. Ma meno belli. Comodità e libertà non sono concetti svendibili. E poi mi si lasci dire..."

Prego.

"L'Alto Adige spende centinaia di milioni nella pubblicità turistica, elabora marketing per invitare i turisti. Bene. Ma che facciamo: li invitiamo a Bolzano il fine settimana, magari con la pioggia, e poi chiudiamo loro in faccia i negozi sabato alle 12?"













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