Porte chiuse, i negozi insorgono

Confesercenti: «Una follia e una perdita economica». L’Unione: «Misura inefficace e dannosa»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. «Non si possono mettere le mani in tasca ai negozianti senza un valido motivo», Mirco Benetello, direttore di Confesercenti, sintetizza così lo stato d’animo di decine di associati che ieri mattina hanno alzato la cornetta del telefono per esprimere rabbia e sconcerto. «Con le porte chiuse si perde innegabilmente una fetta dell’incasso senza ricavarne un evidente vantaggio ambientale. Gli impianti di riscaldamento o raffreddamento dei piccoli esercizi non garantiscono, tra l’altro, un sufficiente ricircolo d’aria».

Ci sono negozi, tra l’altro, che dovranno comprare infissi nuovi per adeguarsi alle regole imposte dal Comune di Bolzano. «Penso al panificio di via Museo che non ha nemmeno le porte o ad un negozio di intimo della stessa strada che ha una porta che pesa quasi duecento chili. Poi, una riflessione: le finestre del Comune non restano certo chiuse tutto il giorno e lo stesso vale per le scuole o gli asili. Gli sprechi di energia non possono essere condannati solo se riguardano i commercianti. Gli impianti di condizionamento dei megastore, tra l’altro, consumano parecchio e il saldo ambientale non è certo positivo. Non tarderemo, di sicuro, a farci sentire».

Il sindaco Renzo Caramaschi ieri ha spiegato che l’ordinanza, non appena entrerà in vigore, sarà applicata con il necessario buon senso. Le sanzioni andranno da 50 a 500 euro. «Non abbiamo bisogno di fare cassa - ha sottolineato il primo cittadino - ma ci adegueremo a città come Monaco o Stoccolma. Non è certo una misura campata per aria».

Critica anche l’Unione commercio. «Questo provvedimento non è efficace e avrà diversi svantaggi sia per i clienti che per i negozianti del centro. Inoltre l’argomento del risparmio energetico non è affatto pertinente. Soprattutto i piccoli negozi del centro storico non hanno un sufficiente ricircolo dell’aria e sono costretti a tenere aperte le porte. Molti dei nostri associati puntano tra l’altro sulle cosiddette “barriere a lama d’aria”, grazie alle quali un flusso d’aria scende dall’alto verso il basso impedendo lo scambio termico. Anche le porte elettriche, che continuano ad aprirsi e chiudersi, rappresentano un onere non indifferente per l’ambiente». Secondo l’Unione commercio non si può pensare di penalizzare, inoltre, solo i negozianti del centro storico, a cui l’ordinanza sarebbe rivolta.

«Dobbiamo tenere conto anche delle esigenze e delle legittime aspettative dei nostri clienti. Che vogliono poter contare su porte aperte, anche solo per entrare a dare un’occhiata».

Non tutti i commercianti, tra l’altro, come sottolinea Mirco Benetello di Confesercenti, hanno realizzato che la misura sta per entrare in vigore.

«C’è chi l’ha letta sull’albo pretorio e chi ne è venuto a conoscenza dai giornali ma il mio appello è quello di rivedere, in tempi preferibilmente rapidi, una delibera che riteniamo dannosa e insensata». Resta da capire se la giunta sia pronta o meno a fare marcia indietro.

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