Poste, eliminati venticinque portalettere

In Alto Adige su 150 uffici 60 sono stati trasformati a part-time. I sindacati: al Cpo di via Resia rimasti solo 40 operatori


di Davide Pasquali


BOLZANO. Razionalizzazione delle poste: tagli, chiusure, disservizi. L’azienda sminuisce gli effetti negativi e punta tutto sul postino telematico, in grado di migliorare il servizio anche in Alto Adige; la politica altoatesina per il momento è totalmente assente; gli utenti lamentano disservizi vieppiù crescenti; intanto la Cgil ha lanciato l’allarme, e adesso la Uil rilancia: su 150 uffici, 60 sono stati trasformati a part time; in meno di due anni sono scomparse 25 zone di recapito, ossia 25 postini più le relative “scorte”; al Cpo di via Resia sono rimasti soltanto metà degli addetti; le decisioni non solo non vengono più prese in Alto Adige ma nemmeno si chiedono pareri in loco. E il servizio bilingue è pressoché inesistente.

La Uil ha quindi spedito un fax al presidente della Provincia Arno Kompatscher, nel quale si lamenta lo status quo del servizio in Alto Adige, che è sempre più distante dai centri del potere decisionale.

In palese contrasto con le norme autonomistiche, infatti, a fine anno sono stati spostati fuori provincia anche i responsabili della gestione risorse umane. Solo l’ultimo atto di una lunga serie di passaggi di responsabilità dalla filiale di Bolzano ad altri organi delle poste, fuori provincia. Il punto amministrativo sta infatti a Mestre; il competence center a Padova; i servizi di guardiania fanno capo a Bologna; il Cpo di via Resia, impegnato nello smistamento della corrispondenza a livello provinciale, ha come riferimento prima Verona e poi Mestre; il servizio grandi utenti dipende invece tout court da Mestre; idem il servizio commerciale imprese; come da Verona/Mestre dipende il servizio di recapito provinciale. Ultimo passo, come detto: da poco tempo anche le risorse umane dipendono da Mestre.

Insomma, ciao Bolzano.

E non è tutto. Per quanto attiene agli uffici postali, su 150 strutture esistenti in provincia, negli ultimi tempi circa 60 sono state ridotte a part-time, una decina sono state definitivamente chiuse e i segnali in arrivo a livello nazionale non sono rassicuranti: si parla della chiusura di altri 500 uffici monoperatore, che, a detta della Uil, riguarderanno anche la nostra realtà, che ha un alto tasso di uffici di questa tipologia.

Per quanto attiene ai servizi postali, il Cpo di via Resia è stato fortemente ridimensionato e oggi conta solo su 40 operatori. La posta prodotta in provincia viene sistematicamente lavorata nei grandi centri di Verona e Padova, con tutti i disguidi che ne conseguono (solo per dirne qualcuna: indirizzi tedeschi non riconosciuti, ritardi nella lavorazione, nello smistamento, nella consegna).

Passando poi al recapito, l’ultimo taglio in ordine di tempo ha riguardato 25 zone di recapito, mentre i portalettere sono sempre di meno e non vengono sostituiti per qualsiasi tipo di assenza. Inoltre, “si registra una scarsissima sensiblità per le esigenze e le peculiarità del territorio”.

Oggi la filiale di Poste italiane di Bolzano, così la Uil, è assimilabile ad una scatola svuotata di quasi tutte le sue funzioni istitutive originarie senza che il direttore locale abbia mai potuto esercitare qualche ruolo. È evidente, spiega la Uil, che un mancato intervento politico su queste questioni potrebbe far pensare ad un disinteresse della politica locale per questo importante settore su cui i cittadini sono molto sensibili.

Il recente cambio della guardia ai vertici del gruppo Poste, conclude il sindacato, con il nuovo amministratore delegato Francesco Caio, potrebbe rappresentare una ghiotta occasione per riprendere un confronto serio e costruttivo, supportato dalle ormai consolidate norme autonomistiche, per riportare la filiale di Bolzano al ruolo che le compete e che le è stato tolto negli ultimi anni.

Sarebbe gradito, scrivono i sindacalisti Uil, un incontro di approfondimento su questi temi con la Provincia, riservato ad una delegazione delle organizzazioni sindacali.

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