Poste, impiegati costretti a fare le pulizie

La Cgil: «La ditta che ha vinto l’appalto non garantisce il servizio. Gli sportellisti si portano da casa detersivi e spugne»


di Davide Pasquali


BOLZANO. «Se venisse meno la collaborazione di tantissimi dipendenti delle Poste che operano nella nostra provincia e che ancora oggi, per mantenere un minimo di decoro negli uffici, si sostituisce giornalmente al personale delle imprese di pulizie, potremmo affermare che oggi - al posto degli uffici postali - avremmo dei veri e propri letamai». È il durissimo incipit di un comunicato affisso in questi giorni alle bacheche destinate ai dipendenti degli uffici postali. Lo hanno redatto i sindacalisti Slc Cgil per denunciare la situazione di degrado legata alle pulizie negli uffici postali dell’Alto Adige.

Ma perché questa presa di posizione? «Semplicemente - rispondono i sindacalisti Cgil Poddesu e Longo - perché da tempo le pulizie non vengono più effettuate e quando qualche addetto fa capolino negli uffici lo fa solo per vuotare i cestini, non certo per fare vere e proprie pulizie, stando a quanto ormai troppo spesso ci viene riferito». Dal momento in cui la procedura per l’assegnazione degli appalti delle pulizie, spiegano, è stata centralizzata e l’affidamento è stato effettuato assegnandolo esclusivamente a chi ha proposto il maggior ribasso, le varie ditte di pulizie che si sono alternate nel tempo - chi più chi meno - non hanno più garantito neppure gli standard minimi di qualità. «La ragione è semplicissima: al maggior risparmio per l’azienda è corrisposto solo un sistematico peggioramento della qualità delle pulizie». Alle sistematiche segnalazioni e denunce da parte della Cgil, l’azienda ha sempre risposto che la maggior parte delle colpe è da attribuire ai responsabili degli uffici, che non segnalano le anomalie. «Queste sono falsità», contrattaccano Poddesu e Longo. «Le segnalazioni vengono fatte eccome! Nessuno però dice cosa accade dopo». Alla segnalazione per mancata effettuazione delle pulizie, Poste italiane, in ragione di quanto previsto nel capitolato d’appalto, sanziona la ditta inadempiente. La ditta paga la multa, continua a non fare le pulizie e a rimetterci sono soltanto i dipendenti postali, che si vedono costretti a lavorare in mezzo alla sporcizia. E allora, ecco gli impiegati portarsi da casa carta, spugne detersivi e tutto il resto. E via con l’olio di gomito. Intanto per non lavorare ad una postazione sporca, ma anche per non mettere a disagio i clienti, che frequentano gli uffici postali e di certo non immaginano.

Oggi, proseguono i sindacalisti, è vero, le denunce per mancata pulizia dell’ufficio, considerato che nel tempo non hanno sortito nessun effetto, formalmente sono diminuite, e non di poco. Ma un motivo c’è: «Anche su questo aspetto la spiegazione di tali comportamenti è semplicissima da fornire. Il personale, evitando di fare la segnalazione, risparmia tempo, tanto, lo sa, non sortirebbe alcun effetto. Rinuncia insomma ad esigere un suo diritto e si sostituisce in tutto e per tutto alla ditta di pulizie. Compra detersivi ed effettua personalmente le pulizie, ridando un minimo di decoro all’ufficio postale».

I sindacalisti puntualizzano che la Slc Cgil continuerà «a fare puntualmente le denunce in merito, e non si lascerà confondere dai mille rimpalli di responsabilità, e si impegnerà a portare ai più alti livelli nazionali le varie problematiche ancora irrisolte».

A tale proposito, per l’ennesima volta in questi ultimi tempi, Poddesu e Longo fanno presente come in questa, come in innumerevoli altre questioni che riguardano le poste, la politica, sia essa comunale o ancor peggio provinciale, sia del tutto assente. Soprattutto la nuovo giunta Kompatscher si sarebbe di fatto lavata le mani delle questioni aziendali ed extra aziendali delle Poste. Non ultima la paventata chiusura degli uffici postali di Laghetti di Egna e di Pineta di Laives. Due uffici, soprattutto il secondo, dal punto di vista economico assolutamente attivi e concorrenziali. Oltre che, ovviamente, utili se non indispensabili per la loro valenza sociale.

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