IL CASO

Prese a mazzate auto e vetrine: assolto

Non luogo a procedere per vizio totale di mente. Amidu Salifu è completamente libero in quanto non pericoloso Nessuno è però riuscito a dare una spiegazione alla sua follia passeggera. L’uomo è in cura in un centro psichiatrico


MARIO BERTOLDI


BOLZANO. Nessuna imputabilità per vizio totale di mente al momento dei fatti. Il cittadino ghanese Amidu Salifu di 36 anni (ex collaboratore della Croce Rossa nella gestione dei centri di assistenza per migranti a Bolzano) è stato dunque - di fatto - assolto da ogni accusa con sentenza di «non luogo a procedere».

Si tratta dell’uomo che nel gennaio dello scorso anno aveva letteramente perso la testa rendendosi protagonista a Bolzano sud di un raid vandalico senza precedenti con vetrine ed auto danneggiate a colpi di mazza. A riconoscerne la non imputabilità , in pieno accordo anche con la Procura della Repubblica, è stato il giudice delle indagini preliminari Emilio Schönsberg.

Come si ricorderà, la mattina del 27 gennaio dell’anno scorso (una domenica) l’uomo mise a ferro e fuoco la zona industriale, denudandosi, danneggiando auto e attività commerciali con una mazza e ferendo il collega che aveva cercato di calmarlo oltre a quattro uomini delle forze dell’ordine intervenuti tempestivamente. Bloccato e portato in una camera di sicurezza del reparto di psichiatria dell’ospedale San Maurizio, l’uomo si sottopose subito a cure di carattere psichiatrico raccontando ai medici alcuni frammenti della sua difficilissima vita.

Ai sanitari rivelò di essere nato in Togo, in una famiglia di religione cattolica protestante. Il padre era una sorta di stregone e lui, che soffriva anche di epilessia, era stato per tutta la sua infanzia ghettizzato e considerato in qualche modo posseduto da forze maligne. Raccontò poi della fuga alla ricerca di una vita migliore, attraverso il Niger, fino alla Libia. Lì, però, i suoi sogni si erano infranti nel modo più traumatico. Anche lui, come migliaia di uomini, giovani e donne dell’Africa subsahariana era stato imprigionato, picchiato e torturato per mesi. Poi l’arrivo in Italia e la disperata ricerca di una normalità e di un equilibrio che, probabilmente, egli stesso aveva pensato di aver finalmente trovato. Un paio di anni fa venne assunto dalla Croce Rossa e l’inizio di una vita autonoma, conquistando la fiducia di colleghi e ospiti dell’ex Alimarket. Fino al momento di totale follia che lo vide protagonista il 27 gennaio dello scorso anno.

Ora Amidu Salifu, dopo un periodo trascorso a Pergine in una struttura di cura e sicurezza, per la giustizia è un uomo completamente libero. Nei suoi confronti come detto il giudice ha disposto il non luogo a procedere (sulla base della perizia psichiatrica curata dalla dottoressa Susanna Arcabasso) per vizio totale di mente al momento dei fatti.

L’uomo (che dopo la crisi di un anno e mezzo fa ha avuto sempre comportamenti psichicamente stabili) è stato anche ritenuto non socialmente pericoloso. Il giudice ha così potuto accogliere in pieno le istanze dei due avvocati difensori (Giulia Servadio e Daniel Thoma) evitando nuove misure di sicurezza. Gli psichiatri che hanno avuto in cura l’uomo ritengono che Amidu Salifu non sia soggetto a nuove possibili crisi con comportamenti fortemente violenti. Lo stesso cittadino ghanese, però, ha accettato di buon grado di seguire comunque un percorso di graduale recupero psichiatrico. Su indicazione dei suoi avvocati, Salifu ha accettato infatti di essere curato per evitare nuovi gravi disturbi psicotici. Per il momento l’u omo si trova in un centro di riabilitazione psichiatrica in attesa di essere trasferito in un un’altra comunità protetta a minore intensità assistenziale.













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