Priebke, salma trasferita Torna l’ipotesi Alto Adige

Il feretro dell’ex ufficiale delle Ss prelevato dall’aeroporto di Pratica di Mare L’avvocato Giachini: «La località resta segreta, troppa violenza sul mio cliente»



BOLZANO. La salma di Erich Priebke non è più a Pratica di Mare. È stata trasferita in località segreta. Si torna a parlare della possibilità che sia stato sepolto in Alto Adige l’ex capitano delle Ss, condannato all’ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine a Roma. Si è chiusa così la vicenda infiammata delle contestazioni popolari contro un funerale romano per Priebke.

È il Messaggero di Roma che rilancia l’ ipotesi altoatesina, pur accreditando come più probabile una località tedesca come destinazione ultima del feretro, trasferito in riservatezza dall’hangar dell’aeroporto militare a Pratica di Mare.

Su tutta la vicenda è stato calato il segreto. Anche su questo punto però le versioni sono discordanti. Secondo il Messaggero, il governo, d’intesa con il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, ha imposto il Nos, il nullaosta di sicurezza sulla località di sepoltura. L’avvocato Paolo Giachini, già legale di Priebke e ora rappresentante della famiglia, sottolinea tuttavia di non sentirsi vincolato dal segreto di Stato. «Non mi risulta che ci sia il sigillo del segreto su questa vicenda. Il Nos è una misura amministrativa», sottolinea Giachini, raggiunto ieri per telefono nello studio romano. Giachini non rivela tuttavia la località di sepoltura: «Non per segreto di Stato, ma per il segreto professionale che ho concordato con la famiglia Priebke. Una scelta necessaria nel clima incivile che si è creato nei giorni scorsi. Abbiamo visto aggredire un feretro, abbiamo ascoltato menzogne sulla figura di Priebke, un uomo che aveva stabilito un contatto con i parenti delle vittime e che parlava delle Fosse Ardeatine come di una vicenda orribile, provocata da un ordine di guerra». Inutile insistere sull’Alto Adige con Giachini: «Parleremo quando si sarà stemperato il clima».

Il Messaggero riferisce che nei giorni scorsi «alcuni funzionari della diplomazia italiana hanno preso contatto con le autorità tedesche nel tentativo di mettere fine il più in fretta possibile allo stallo evitando nuove figuracce». La possibilità che invece della Germania la scelta sia caduta sull’Alto Adige è legata anche al fatto che Priebke alla fine della guerra visse in segreto a Bolzano per alcuni mesi. Come almeno 150 grandi criminali di guerra, Priebke venne nascosto per mesi in una casa del centro storico di Bolzano, dove riuscì a procurarsi i documenti falsi per poi imbarcarsi per l'Argentina, grazie all'assistenza dell'organizzazione filonazista Odessa. Priebke fu appoggiato in particolare da alcuni sacerdoti altoatesini, come Johann Corradini di Vipiteno, Franz Pobitzer di Bolzano e il vicario separazionista Alois Pompanin, che gli concesse il battesimo cattolico.

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