Profughi, Corvara e Badia potrebbero ripensarci

Dopo il «no» al progetto Sprar, vengono riconvocati i due consigli comunali San Martino ha già cambiato l’iniziale sì condizionato con la piena adesione


di Ezio Danieli


VAL BADIA. Iniziano a farsi sentire gli effetti della “pressione finanziaria” sui Comuni che hanno detto no all’accoglienza dei profughi e al progetto Sprar. Le amministrazioni di Badia e Corvara, che si erano espresse contro l’accoglienza, riaffrontano l’argomento. Badia ha convocato il consiglio comunale per metà giugno, lo stesso farà Corvara in luglio. A entrambe le sedute parteciperà un funzionario della Comunità di valle, che spiegherà nel dettaglio cosa significa lo Sprar, nella speranza che possa cambiare l’atteggiamento dei due consigli.

È già accaduto di recente a San Martino in Badia, dove il consiglio comunale, riunito in seduta straordinaria, ha deciso di aderire allo Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Su 12 consiglieri presenti, 11 hanno votato a favore, uno si è astenuto. E il sì non è condizionato, come era invece avvenuto nella seduta in cui, pur approvando l’adesione al progetto per i richiedenti asilo, il consiglio di San Martino aveva legato il sì a quanto avrebbero deciso gli altri Comuni della Badia. Ascoltata una relazione del funzionario della Comunità di Valle Gebhard Mair sullo Sprar, “c’è stata un’intensa discussione e alla fine quasi tutti siamo stati d’accordo per l’adesione”, aveva spiegato Videsott.

In Val Badia, prima di San Martino, solo La Valle e Marebbe si erano espressi a favore del progetto di accoglienza. Restano invece i no di Badia e di Corvara, dove appunto si sta pensando di rivedere la posizione dopo il richiamo del presidente Kompatscher, che ha dichiarato come "la solidarietà fra i comuni in tema di accoglienza deve essere incentivata". Incentivi che prevedono anche meccanismi legati ai finanziamenti: "Chi si rifiuta di accogliere richiedenti asilo o ha un atteggiamento troppo passivo - aveva detto il presidente provinciale - danneggia gli altri Comuni più collaborativi, i quali devono farsi carico di un maggior numero di persone”. Non ci sono ancora cifre precise, in ogni caso i soldi verrebbero ridistribuiti tra i Comuni solidali con i richiedenti asilo. Kompatscher e Stocker avevano poi ribadito le necessità di tenere sotto controllo i flussi migratori e di adeguare il sistema di asilo alla nuova realtà globale. "Sino a quando non vi saranno novità - hanno spiegato i due membri della giunta provinciale - è compito di Provincia e Comuni dare attuazione agli accordi e organizzare al meglio accoglienza e integrazione dei profughi assegnati dal sistema di riparto nazionale”.

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