sanità

Pronto soccorso: a Bolzano 100 mila utenti l’anno

I medici: «È come se nell’arco di 12 mesi passasse da noi tutta Bolzano». Liste d’attesa di mesi, Trento fa meglio di noi


Valeria Frangipane


BOLZANO. Attese di ore al Pronto soccorso dove arrivano più di 100 mila pazienti l’anno (tanti fuggono a Merano) e attese di mesi per una visita specialistica non urgente. Le ultime rilevazioni del San Maurizio ci dicono che le discipline in maggior sofferenza sono - tra le altre - Reumatologia, Otorinolaringoiatria, Urologia, Dermatologia ed Oculistica. Tempi lunghi anche per colonscopia, mammografia e visite ortopediche. E così l'Asl nelle ultime settimane sta chiedendo ad alcuni primari perché accade col direttore - Thomas Schael - che vuol sapere come mai - in alcune branche - le attese superano i 60 giorni.

Il primario del Pronto soccorso - Mario La Guardia - non ha dubbi: «Abbiamo pochi medici e troppi pazienti che vengono qui perchè non sanno dove altro andare. Da noi arrivano ogni anno più di 100 mila persone, è come se tutta Bolzano passasse a farsi visitare!». E ieri in un convegno della coop sociale Eos (presidente Ulrich Seitz) si è cercato di capire perchè le attese in troppe branche sono infinite questione che, come conferma la difensora civica Gabriele Morandell, esaspera la popolazione.

La risposta che si sono dati da soli i medici sta in troppi anni di scelte non fatte. Oggi mancano specialisti ed il nuovo orario di lavoro imposto dall'Ue ha peggiorato una situazione già critica. Le liste soffrono anche perché manca un vero filtro e vengono mandati in ospedale dai medici di base pazienti che non ci dovrebbero andare. E poi manca l'informatizzazione (i sistemi degli ospedali non dialogano tra di loro, il medico perde tempo ed al paziente tocca portare la cartella a mano), manca il Cup (Centro unico prenotazione), manca la Riforma del Territorio (medici di famiglia e distretti) con i malati cronici che continuano ad intasare l’ospedale. Insomma si sono accumulate questioni che invece la vicina Trento ha risolto da anni e così anche le liste scoppiano.

Se il direttore sanitario dell’Asl - Thomas Lanthaler - punta in un maggior coinvolgimento dei medici di base «anche se la volontà di una loro maggior partecipazione è in calo» c’è chi continua a puntare il dito contro l’appropriatezza delle prescrizioni con i medici di base che dovrebbero fare più attenzione. Ieri però Giuliano Mariotti - esperto Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) - ha detto che molte richieste sono dello specialista (che applica le linee guida) e non del medico di base (che conosce l’intera storia clinica del paziente). Per uscirne - secondo lui - basterebbe fare pulizia dentro i database perchè tra le visite prioritarie compaiono anche semplici controlli. Ed è sceso il silenzio perchè l’informatizzazione a Bolzano è nota più che dolente

Elio Fonti presidente della Rete Anziani è tornato a chiedere il Cup che a Trento esiste da anni e qui si chiama così ma non si vede. Insomma Bolzano appare impantanata mentre Trento per sgravare gli ospedali guarda avanti e annuncia un progetto che vedrà nascere le prime "unità di cura complesse": poliambulatori dove lavoreranno medici di base, infermieri e specialisti inviati dagli ospedali e dove i pazienti potranno rivolgersi per 6 giorni la settimana dalle 8 alle 20. Quasi un altro mondo.













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