Pronto soccorso, “bivacchi” di 14 ore

Odissea per i pazienti venerdì notte: c’è chi è entrato alle 16 e ne è uscito alle 6. Solo un medico di turno per otto ore


di Alan Conti


BOLZANO. Otto ore per la prima visita, nove per uscire dall'ospedale. O ancora varcare il pronto soccorso alle 16 e rivedere le luce dell'esterno alle 6: quattordici ore piene di attesa. Sono le sbalorditive tempistiche dell'attività del Pronto soccorso nella nottata di venerdì. A denunciarlo diverse chiamate arrivate da pazienti esasperati da una situazione al limite dell'incredibile. Passare tutta la notte in attesa, infatti, non è esattamente una condizione di normalità.

La spiegazione sarebbe collegata alla presenza di un solo medico nell'intero reparto del Pronto soccorso fino alle 8 di ieri mattina quando, finalmente, è arrivato il raddoppio e la fila è andata esaurendosi. «Non è possibile sopportare un disservizio simile – racconta un padre che ha accompagnato la figlia – causato dall'amministrazione. É evidente che dottori e infermieri non hanno particolari responsabilità in questa situazione. Anzi, sono stati estremamente professionali e tolleranti perchè la tensione era tanta. Non si può, però, lasciarli in queste condizioni».

Naturalmente dall'ospedale bocche cucite: il primario del pronto soccorso Mario La Guardia, fa sapere attraverso l’ufficio stampa che «probabilmente si tratta di codici bianchi e di pazienti senza particolare urgenza. In più avranno fatto moltissime analisi non tutte collegate all'attività del Pronto soccorso. Nessun caso delicato aspetta così tanto: questo lo escludiamo categoricamente. Andrebbe fatto anche un ragionamento con i medici di base».

«Abbiamo aspettato otto ore per la prima visita: altro che analisi in giro. Il nostro era un codice verde, non bianco», ribatte un paziente.

Lo scorso 2 marzo, in una lettera amareggiata inviata al giornale, la paziente Dina Colomba lamentava condizioni precarie dello stesso Pronto soccorso. «Mi sono trovata immersa in una massa di persone su barelle, sedie a rotelle e quant’altro. Il tutto in totale promiscuità. Ho dovuto vomitare in seguito a un trauma cranico in mezzo a tutti. Alla faccia di un minimo di riservatezza che dovrebbe essere comunque garantita». Anche qui eccezione alla critica per medici e infermieri «che si sono prodigati in quella bolgia infernale per cercare di dare una mano a tutti. La struttura è malandata». Quel che è certo, confermato ad ogni livello, è che dalle 24 alle 8 in qualsiasi giorno della settimana il medico è sempre solo.

Il venerdì e il sabato, però, si tratta di un orario particolarmente a rischio e la possibilità di attese eterne si alza. Se le attese sono fuori dall'ordinario la pecca che le ha determinate è strutturale. “Purtroppo – le parole di Massimo Ribetto di Nursing Up, il sindacato degli infermieri – si continua a parlare di Riforma sanitaria senza considerare che alcuni Servizi, come per esempio il Territorio, sono basilari ma mancano. Bisogna interrogarsi bene su cosa sia successo e come fare perchè non accada più: questi sono gli ambiti in cui intervenire davvero per non compromettere il servizio che facciamo ai pazienti».

Otto ore per una visita. Solo silenzio. E attesa. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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