Protezione civile, la sede dopo dieci anni di attesa

Ieri la consegna dell’edificio in via Roma costato 9,45 milioni di euro Ospiterà vigili del fuoco, banda musicale e soccorso alpino Avs e Cnsas


di Simone Facchini


MERANO. Un parto lungo e travagliato, non privo di schermaglie sui costi. Ma ora la nuova sede della protezione civile è cosa fatta. Ieri la benedizione (religiosa da parte dei parroci, laica da parte delle autorità) ha consacrato la consegna ufficiale dell’edificio innalzato in via Roma di fonte all’accesso dell’Eurospar, biglietto da visita - esteticamente oggetto di qualche critica - per chi accede alla città provenendo da Sinigo.

Ieri è stato il giorno della festa, un brindisi con cui politici, progettisti e nuovi inquilini - i vigili del fuoco di Maia Bassa, le squadre del soccorso alpino di Avs e Cnsas e la banda musicale i Maia Bassa - hanno voluto lasciarsi alle spalle le scorie di lungaggini e rinvii dei lavori. Trafila che comunque è stata guardata in faccia e ricordata negli interventi. Oltre un decennio fa l’individuazione dell’area, nel 2002 il concorso di idee a livello europeo, l’anno successivo la decisione della giunta di puntare sul progetto di Bernd Gildehaus e Andreas Reich di Weimar. Nel 2007 l’inizio dei lavori, non prima della scaramuccia tra i cofinanziatori Provincia-Comune sui costi (per palazzo Widmann troppi 12 milioni). Il conto finale è stato di 9,45 milioni. Nel mezzo, una lunga interruzione delle operazioni e la risoluzione del contratto con l’impresa edile vincitrice dell’appalto per via del mancato rispetto di scadenze e standard.

Non è mancato un riferimento indiretto alla spending review, ci ha pensato il sindaco Januth ricordando che le spese di gestione della struttura le pagheranno anche i Comuni limitrofi che dei servizi della protezione civile fruiscono. Il messaggio per rammentare come Merano sia stata danneggiata dalla revisione della finanza locale in favore delle Municipalità più piccole e che la nuova linea impone a compartecipare alle spese delle strutture sovracomunali. Durnwalder non ha fatto una piega e ha virato sull’elogio del volontariato, realtà fortemente radicata sul territorio, e alla necessità della politica di creare circostanze e spazi idonei per favorire l’associazionismo. Gli spazi, nel nuovo centro, sono pari a 3.200 metri quadrati di superfici. Se si pensa che i pompieri di Maia Bassa alloggiavano da 135 anni nell’edificio distante un paio di centinaia di metri, beh, complimenti per la pazienza.

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