Provincia: sull’orso intervenga l’Euregio

Kompatscher: «Rispetteremo il protocollo, ma le soluzioni vanno cercate in maniera condivisa»



BOLZANO. Non si è affatto spenta la polemica sulla presenza degli orsi in regione, come risultato del programma di ripopolamento che da quindici anni è all’opera sul territorio trentino secondo un accordo quadro che coinvolge Alto Adige e Tirolo.

Dopo gli ultimi avvenimenti di agosto, con l’attacco della mamma orsa Daniza ad un fungaiolo, con conseguente ordinanza di cattura dell’animale emessa dalla Provincia di Trento e uno tzunami di proteste arrivate da ogni parte del mondo per la salvaguardia dell’animale, la Provincia di Trento aveva chiamato in causa il coinvolgimento altoatesino come parte attiva nella ricerca di una soluzione.

L’ipotesi ventilata era quella di un trasferimento di alcuni esemplari dei circa sessanta sul territorio trentino, nella Provincia di Bolzano, con conseguente presa in carico della gestione dell’animale dal punto di vista della convivenza faunistica ma soprattutto della sua salvaguardia e integrazione nell’ambiente atropizzato. Ipotesi scartata senza colpo ferire dall’assessore per l’ambiente altoatesino Arnold Schuler, e stessa posizione ribadida ieri dal presidente della Provincia Arno Kompatscher, che ha chiarito che l’intervento altoatesino sul tema orso non potrà essere in qualità di parte attiva.

«Il progetto è nato a Trento ed è stato fortemente voluto dalla Provincia di Trento, noi abbiamo firmato un protocollo che ci impegna a rispettare l’animale nel caso di sconfinamenti, e che siamo fermamente intenzionati a rispettare». Per qualunque altra soluzione che esuli dagli accordi firmati, ha aggiunto Kompatscher, «non è possibile assumerla unilateralmente, il modo migliore di affrontare questo problema, che sicuramente è un tema che non può più essere rimandato, è quello di coinvolgere tutti gli attori in una nuova fase del progetto con accordi specifici e nuove regole». In sostanza il presidente chiama in causa l’Euregio.

Nel frattempo al centro Casteller di Trento, dove Daniza è destinata ad essere rinchiusa in cattività, ieri pomeriggio c’è stato un blitz di protesta di un gruppo di animalisti trentini. «È un’azione simbolica - hanno spiegato i manifestanti - per far capire quanto sia differente la libertà delle Alpi da un recinto di poche migliaia di metri quadri».

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