il candidato sindaco

Puglisi Ghizzi: "Vogliamo una Bolzano più sociale"

L’agente immobiliare in corsa con CasaPound: «Non siamo violenti, ma serve uno scossone per cambiare le cose»



Bolzano. CasaPound prova a rientrare in consiglio comunale e questa volta corre con un proprio candidato sindaco, Maurizio Puglisi Ghizzi. Alle scorse comunali, alleati di Giovanni Benussi, portarono per la prima volta in Consiglio Andrea Bonazza con il 2,2%. Questa volta, lo scoglio in più da superare sarà la soglia del 3%.
Puglisi Ghizzi, agente immobiliare, è stato uno dei protagonisti della destra bolzanina, prima Msi, poi An, a fianco di Pietro Mitolo e Giorgio Holzmann. Infine l’uscita per non diventare Pdl. Breve pausa, e l’ingresso in CasaPound. Come nel resto d’Italia, CasaPound adotta una strategia di presenza capillare nei quartieri, con iniziative sociali. Trovano terreno fertile, perché i partiti tradizionali generalmente si sono ritirati dal territorio. Più diventano forti, più diventano aggressive parole e azioni, una strategia che CasaPound rivendica.
Con Puglisi Ghizzi prosegue la serie di interviste in redazione ai tredici candidati sindaci delle comunali dell’8 maggio.
 

Anche la sua famiglia fa parte della comunità di esuli istriani, vero?
«Sì, un ramo della famiglia dovette fuggire. Un altro ramo scelse l’Austria, quando l’Istria passò all’Italia».
Molti ex compagni di partito, come Holzmann e Sigismondi, hanno seguito un percorso più moderato negli anni.

Lei non sembra seguire quella sirena.

«Io sono sempre stato così e così mi hanno accetto ovunque fossi. Vedevo nell’Msi e in An l’unico partito che potesse fare qualcosa per portare avanti le istanze degli italiani d’Alto Adige. Sono stati due partiti su cui potevi contare. In CasaPound ho ritrovato il medesimo spirito di militanza. La svolta moderata? Non so cosa significhi. Pe me “moderato” è una parola vuota. Se devi prendere una decisione, anche drastica, la prendi. Non è che chiudi a metà una strada. CasaPound vorrebbe in Alto Adige una scuola comune per italiani e tedeschi in cui ognuno rispetti e conosca la storia e la lingua dell’altro. Nella nostra lista ci sono un paio di candidati di lingua tedesca, il cui eroe è Andreas Hofer ».

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State costruendo il vostro seguito grazie al lavoro nei quartieri. Perché non vi smarcate dagli aspetti più violenti?

Al contrario, avete voluto ricandidare Davide Brancaglion, indagato per il pestaggio di un ragazzo.
«Davide ha detto che non ha fatto nulla: ci fidiamo della nostra gente e aspettiamo l’esito delle indagini. Non siamo violenti. Se qualcuno ci attacca, reagiamo. Se poi nel reagire sei più forte dell’altro... A Bolzano comunque non succede nulla e quando succede, è perché anarchici e altri gruppi arrivano apposta per provocarci e scatenare il caso».

Aspettiamo le indagini. Intanto Bonazza si vanta di avere minacciato il sindaco Spagnolli: avrebbe bruciato alcune auto abbandonate, se il Comune non fosse intervenuto. Vi sembra politica questa?

«Anch’io ho detto al presidente dell’Ipes che avrei forzato una porta di appartamento con il piede di porco, pur di garantire una casa a un malato terminale. Infatti le cose si sono risolte, a norma di regolamento. A volte bisogna forzare i toni, per ottenere le cose. Siamo perfettamente inseriti in un contesto democratico. Siamo qui a chiedere il voto, non giriamo con la camionetta e il fez in testa».

Siete un movimento neofascista.

«Neo fascisti mai. È una parola da fighetti. Piuttosto chiamateci fascisti del terzo millennio».

Cosa proponete per Bolzano?

«Prima di tutto, sicurezza. Vanno chiusi i centri profughi. Anticipo la domanda: e dove andrebbero? Non a Laives, visto che là non sono state allestite strutture. Devono essere ospitati solo i titolari di diritto di asilo, cui spettano delle sistemazioni degne di questo nome. I migranti economici vanno rispediti a casa. Il principio generale è di suddividere le presenze sul territorio: dieci qui, dieci là. Non tutti a Bolzano, distruggendo quartieri come i Piani. Sono un agente immobiliare, i miei clienti non vogliono più comprare casa in certe zone della città. Vogliamo riqualificare i quartieri. Tra le proposte, riapertura di viale Trento e sistemazione delle aree sportive. CasaPound ha proprie attività sportive, che fanno bene alla salute e tengono lontani i ragazzi da attività malsane. Vogliamo rivisitare la gestione dell’Ipes: il sociale è fondamentale, ma prima noi, poi gli altri. Prima di pensare all’integrazione con gli stranieri, l’Alto Adige deve realizzare la vera integrazione tra italiani e tedeschi. Per l’edilizia puntiamo alla riqualificazione dei troppi volumi inutilizzati. Tra l’altro è uno scandalo che certi costruttori possano deturpare Bolzano con gli scheletri di cemento armato che tutti noi conosciamo».

Quali misure proponete?

«Rendere più facili ed economiche le modifiche di destinazione d’uso per trasformare ex negozi o uffici in appartamenti. Si può intervenire abbattendo gli oneri di urbanizzazione e le imposte. Noi abbiamo detto sì a Benko, anche se la procedura adottata è stata vergognosa. Abbiamo studiato a memoria il progetto e chiesto garanzie. Il progetto ormai è blindato, in base alle richieste del Comune e non c’erano alternative. In sintesi, vogliamo una Bolzano più sociale»













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