«Quella legge ha ridotto il mio vitalizio a 45 euro»

Brugger ha deciso di ricorrere contro norme che definisce «fatte con i piedi» Ma aggiunge: «Esiste una via d’uscita: togliere le parti illegittime e ripartire»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Ex Obmann, ex deputato, ex consigliere provinciale dal 1988 al 1994. Quello di Siegfried Brugger, insieme a Durnwalder, è uno dei casi più eclatanti di esponenti della Svp che vanno a processo contro la Regione per ottenere la disapplicazione delle leggi 4 e 5 del 2014 sui vitalizi. Questa la conversazione con Brugger, che per la prima volta parla diffusamente della vicenda.

Verrebbe da dire “tu quoque”. Da ex Obmann non ha pensato di rispettare la legge, sia pure a malincuore? Non esiste più disciplina di partito?

«Avrei potuto ingoiare il rospo, ma la legge è talmente illegittima che ho deciso di ricorrere. Ho avvisato la dirigenza del partito e mi è stato risposto che è un mio diritto».

Venti anni fa non sarebbe accaduto che l’ex Obmann e l’ex presidente provinciale avviassero una causa contro l’istituzione e le decisioni prese dal partito.

«Forse. Venti anni fa, o dieci anni fa, non si sarebbero neppure fatte leggi con i piedi, che toccano i diritti acquisiti. Mi dispiace se il mio partito si trova in acque difficili, non sono il D’Alema della Svp. Il consiglio regionale con quella legge è riuscito a inimicarsi decine di ex consiglieri».

Non siete gli unici arrabbiati. I milioni di anticipi e le parole di molti ex consiglieri hanno fatto infuriare la popolazione. La Svp perde il 20% dei tesserati.

«Non so se è un buono stile politico attribuire al passato i problemi attuali».

Questa battaglia giudiziaria può avvelenare la legislatura, indebolendo il presidente Kompatscher e l’Obmann Achammer.

«C’è questo rischio».

Esiste una via di uscita?

«È sempre possibile. Si può ripartire, eliminare le parti illegittime delle leggi del 2014 e studiare un’altra soluzione».

Lei sembra non tenere conto della portata che ha avuto la pioggia di milioni sulla cittadinanza.

«Non sono stato interessato dagli anticipi. Se fossi stato in Regione, non avrei mai percorso la strada degli anticipi. Avrei cercato di ottenere dei contributi di solidarietà. La legge Thaler però è stata fatta e secondo me tiene. Ho studiato molto, ho pensato fino all’ultimo se depositare la mia citazione. Vorrei portare chiarezza su alcuni punti».

Prego.

«Ci sono tre distinte situazioni. Il primo gruppo è quello degli attualizzati, coloro che hanno ricevuto gli anticipi in cambio di una decurtazione del vitalizio. Ritengo che la loro posizione giuridica sia solida, perché hanno firmato un contratto e hanno garantito un risparmio alla Regione. L’unico problema sorgerebbe se il giudice stabilisse che sono stati applicati criteri sbagliati o impropri (aspettativa di vita e tasso di sconto). Poi ci sono i gruppi di chi non ha voluto o non ha potuto attualizzare».

Lei in quale gruppo entra?

«A chi non ha potuto attualizzare. Avendo una sola legislatura in consiglio provinciale, il mio vitalizio è basso, anzi dovrei dire “era” basso. Per la mia categoria, e anche per le vedove, è scattata in automatico la riduzione del 20% dell’assegno. La legge però ha agito su di me anche con un’altra conseguenza. È stato introdotto il limite di cumulo di 9000 euro lordi massimi tra vitalizi. Il mio vitalizio da parlamentare è alto, oltre 8 mila euro lordi. Risultato: il vitalizio regionale di 2100 euro netti è stato di fatto cancellato per rispettare i limiti di cumulo. Dall’approvazione delle legge ricevo 45 euro dalla Regione. Ma per il mio vitalizio ho versato fior di contributi. Mi piacerebbe godere il trattamento di Michl Ebner, che legittimamente cumula i vitalizi da parlamentare e da europarlamentare, perché la legge nazionale lo consente. Se avessi pensato alla opportunità politica, non avrei presentato ricorso. La mia vita non viene scossa dalla perdita di duemila euro. Ho deciso di attivarmi perché voglio la certezza del diritto sulla possibilità di intervenire retroattivamente. Ho vicino a me un gruppo di avvocati di primo livello, Maria Alessandra Sandulli, Massimo Luciani e Romano Vaccarella».

Sostiene che avete buone chance di vincere, ma le leggi regionali del 2014 sono state elaborate in base a pareri di illustri costituzionalisti.

«Un parere non offre mai una certezza. La Corte costituzionale in tutte le sue sentenze tutela in modo particolare i trattamenti previdenziali. È vero che la Consulta ha anche affermato che a fronte di esigenze di bilancio è possibile intervenire su pensioni e vitalizi».

È per questo che sono state varate le nuove leggi.

«Ma la Consulta ha anche specificato che gli interventi debbano avvenire con equità e ragionevolezza, per un periodo transitorio e incidendo per il 5-10%. Se analizziamo le leggi del 2014 direi che non ci siamo. Difficoltà di bilancio? Ne dubito: abbiamo depositato i bilanci regionali di 10 anni. L’illegittimità è provocata anche dal fatto che tagli e cumuli vengono previsti solo per una categoria, i politici, mentre la Consulta sostiene che non si possa intervenire solo su un gruppo».

La Regione ha potere legislativo sui vitalizi, non sulle pensioni ordinarie.

«Ecco il punto. La nostra causa si annuncia molto interessante. La Regione ha abolito i vitalizi per il futuro? Non è del tutto vero. Agli attuali consiglieri vengono versati contributi. Se sono un manager, la mia posizione contributiva prosegue. E poi ci sono i 40 consiglieri alla prima legislatura che hanno ricevuto i 210 mila euro di contributi versati. Non c’è un po’ di ipocrisia in tutto questo?».

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