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Raccolta differenziata, pressing dell’Ue: «Va garantita più qualità» 

Sette anni di tempo. Il direttore dell’ufficio gestione rifiuti: «Entro il 2030 dovremo raggiungere il 70% senza scarti» Le strategie: «Spingere di più sull’umido, aumentare i controlli, ampliare gli orari di apertura nei centri di riciclaggio»


Davide Pasquali


BOLZANO. Raccolta differenziata: in Alto Adige tutto sommato siamo messi abbastanza bene, ma si può, anzi, si dovrà fare di più. E lo si dovrà fare entro il 2030. Attualmente la quota di rifiuti altoatesini avviati ai centri di riciclaggio specializzati è del 69%, non lontana dal 70% richiesto dall’Ue, che però, contrariamente al modo attuale di calcolare le percentuali, in futuro pretenderà l’assenza di scarti, ossia materiale migliore dell’attuale. Proprio su questo aspetto si dovrà lavorare nei prossimi sette anni. Lo spiega il direttore dell’ufficio gestione rifiuti della Provincia, Giulio Angelucci.

I dati sulla differenziata

Le più recenti tabelle esaustive in possesso degli uffici provinciali riguardano il 2022. Scorrendole si evince che, in termini quantitativi, ci sono Comuni più o meno virtuosi. Il più diligente è San Martino in Badia, unico a superare quota 90%, per amor di precisione: 92,91%. Altri dieci Comuni si situano fra il 70 e l’80%. La maggior parte dei municipi naviga nell’orbita del 60-70%: 51 Comuni sono compresi nella fascia 60-70%, altri 36 nella fascia 50-60%. Ce ne sono poi altri 16 fra il 40 e il 50%. Solo in due casi si scende sotto: Lauregno (37,99%) e Stelvio (37,61%).

A fare la parte del leone, in termini di raccolta della differenziata, è ovviamente il capoluogo, con oltre 34 mila tonnellate. Bolzano però, in termini di percentuale di differenziata sul totale dei rifiuti raccolti, sta solo al 77° posto dei 116 Comuni, con una percentuale del 66,67%.

Qualità, non solo quantità

Abbiamo visto i dati quantitativi, ma per capire occorre approfondire. Spiega Angelucci: «A fare la differenza è il tipo di raccolta. I dati quantitativi molto alti vanno inoltre presi con le pinze: oltre certe percentuali di raccolta la qualità comincia a scadere». Insomma, non è detto che chi differenzia di più possa contare su una qualità eccelsa. «In media - chiarisce - in provincia siamo attorno al 60-70%».

Interessante, va oltre, è anche il calcolo della quantità per abitante equivalente, ossia contando non solo i residenti, bensì i residenti effettivi, ossia compresi i turisti. «Così facendo si capisce per esempio che Bolzano ha una differenziata buona».

Nel capoluogo c’è un sistema particolare: non c’è il bidone per singolo nucleo famigliare, ma l’applicazione del sistema tariffario è comunque piuttosto efficiente, e i dati per abitante/anno vengono ritenuti confortanti. «A Bolzano, con il 67% di differenziata, i chili per abitante anno sono 324, mentre a Merano, con la differenziata al 56%, sono solo 277. A Bressanone si raccoglie un poco di più, il 75%, e pesano di più i turisti: i chili anno per residente sono 400».

Cosa si dovrà fare in futuro

Attualmente, illustra il direttore Angelucci, in provincia siamo al 69%, ma c’è ancora da lavorare perché questa percentuale oggi contiene anche gli scarti indifferenziabili. «L’Ue ha posto come obiettivo per il 2030 il 70%, però senza scarti». Dunque, non siamo messi male, «ma occorrerà un piccolo sforzo in più».

In media la qualità in Alto Adige è buona ma non ottima, ci sono problemi in particolare sulla plastica, «dove l’utente - spiega Angelucci - ha difficoltà a distinguere cosa buttare nella campana della plastica e cosa no».

Per raggiungere e mantenere la qualità, va oltre, «è fondamentale il monitoraggio da parte dei Comuni. I centri di riciclaggio sono strumenti essenziali ma serve più personale di controllo». Spesso poi, «i cittadini si lamentano di non poter conferire a causa degli orari ridotti di apertura». Almeno nei Comuni più strutturati e grandi si dovrebbe quindi cercare di andare incontro quanto più possibile all’utenza. Caso tipico Bolzano, dove il centro di via Mitterhofer è aperto solo fino alle 17.15, ossia quando la maggior parte dei bolzanini è ancora al lavoro.

La Provincia spinge poi perché ci sia una sufficiente dotazione di personale, «mentre alle volte è l’ultimo settore in cui si pensa di spendere». Non occorre che i controllori siano in servizio col fucile puntato, «piuttosto è fondamentale creare un dialogo fra utenti e gestori».

Le ultime frontiere

Prima di andare in aspettativa - è candidato alle provinciali nella lista dei Verdi - Angelucci in questi ultimi giorni agostani di lavoro sta predisponendo una delibera provinciale per rafforzare la riduzione dei rifiuti che possono essere riusati. «Il Comune di Nova Ponente - spiega - ha adottato un regolamento che ora verrà esteso a tutti i centri di riciclaggio: si potrà adibire una piazzola per gli ingombranti integri, tipo i mobili in buono stato. In tal modo si potrà avviare un’attività di scambio, finora non possibile perché tutto ciò che entra in un centro di riciclaggio viene classificato come rifiuto e, come tale, non può più essere toccato».

In futuro inoltre, conclude, «i Comuni dovranno spingere maggiormente sulla raccolta della frazione dell’organico e dovranno garantire maggiore qualità. Perché non ha senso avere alte percentuali di differenziata di qualità non ottimale, che poi finisce negli impianti di smistamento producendo altri rifiuti».













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