Randi: «Task force per 5 mila poveri Niente aiuti ai furbi»

Randi: «Il Comune deve mettersi in rete con le associazioni Il disagio delle famiglie è alto, dobbiamo evitare gli sprechi»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. «Vestiti, alimenti, denaro. Bolzano è solidale ma deve fare di più e meglio. Dobbiamo aiutare i nuovi poveri, ma anche evitare che i furbi accedano ad aiuti di cui non hanno bisogno. I soldi sono quelli che sono, calati rispetto al passato... non possiamo sprecare nulla».

L’assessore alle politiche sociali Mauro Randi ricorda che ogni anno il Comune dà una mano a cinquemila bolzanini: «Il numero esatto è di 4.956 persone... ricordatevi però che la cifra va moltiplicata per 3 o per 4 perchè dietro ogni persona che chiede aiuto c’è una famiglia». E Randi spiega anche che il Comune sta lavorando per istituire una task force. «Dobbiamo capire qual è il vero impatto e quali sono i numeri esatti del fenomeno per incanalare al meglio gli aiuti. Comune, Azienda servizi sociali, Caritas, San Vincenzo ecc. devono mettersi insieme, collaborare in maniera stretta e mettersi in rete». In Alto Adige ci sono 16 mila disoccupati (il doppio del 2008), dai 10 ai 12 mila anziani con la pensione minima che significa avere dai 500 ai 600 euro al mese e gente che s’infila di giorno nei container della Caritas in cerca di vestiti. Ma cosa significa “evitare che i furbi accedano ad aiuti di cui non hanno bisogno”? «Significa che se non esiste una rete di controllo che lavora in sinergia noi non sappiamo “chi accede a cosa”. Può capitare che la stessa persona - che non ne ha effettiva necessità - acceda ad aiuti che in realtà non le spetterebbero. Abbiamo il dovere e l’assoluta responsabilità di usare le risorse nel modo migliore». Randi dice che i numeri dell’emergenza sono preoccupanti. «Ho appreso che il Banco alimentare che in Alto Adige segue 7.000 famiglie lancia a metà giugno una seconda colletta perchè la raccolta del novembre scorso (402 tonnellate di alimenti a lunga conservazione) non basta, servono altre 92 tonnellate. L’altro giorno la Caritas ci ha spiegato, numeri alla mano, che è dovuta intervenire su 80.000 euro di affitti non pagati e 6.000 euro di bollette in arretrato. Un totale di 1.200 persone in serissima difficoltà con un aumento del 42% delle richieste e di nuovi "contatti». Come vedete ogni istituzione ha i suoi numeri. Dobbiamo incrociarli, controllarli, stabilire le reali esigenze e muoverci di conseguenza». Un problema reale all’apparenza però impalpabile. «Certo. Il povero di oggi non è più quello dell’iconografia classica. E’ la famiglia che ha perso uno stipendio perchè il padre o la madre sono stati licenziati a 50 anni. E’ l’anziano che non ce la fa con la “minima”, il giovane che va avanti di contratto in contratto e che non riesce a pagare il mutuo. Scusate ma vi siete mai chiesti cosa fareste voi se perdeste il lavoro? Io me lo sono chiesto e non sono riuscito a darmi una risposta. E spesso capita che le persone più in difficoltà si vergognino di chiedere una mano. Credetemi... nel ricco Alto Adige c’è chi non riesce più a mettere insieme il pranzo con la cena».













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