Rave party a villa Gostner Il cantiere è abbandonato

L’edificio sul Guncina lasciato a se stesso: decine di graffiti, falò e feste notturne L’assessore Pasquali: «È pericoloso, il committente provveda subito»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Villa Gostner sul Guncina ormai non è più un problema di carattere puramente estetico o di tutela degli insiemi o delle sacre e inviolabili pendici della città. A contare ormai non è più lo sfregio che, da oltre sei anni, è diventato il simbolo bolzanino dell’arroganza edificatoria e al contempo dell’impotenza dell’ente pubblico comunale che non riesce a impedirla o a frenarla o a correggerla. Il cantiere abbandonato ora sta diventando un problema di sicurezza e a Gries sta montando la preoccupazione. Da tempo l’edificio è terra di nessuno ed è frequentato da ragazzi e balordi, specie di notte. Decine di graffiti, bombolette spray abbandonate ovunque, resti di falò, bottiglie di birra. Il tutto in un cantiere assai facilmente accessibile e tutt’altro che in sicurezza. «Abbiamo ricevuto la segnalazione e chiederemo immediatamente al committente di chiudere il cantiere e di metterlo a norma. È lui il responsabile della sicurezza, se succede qualcosa!» Lo annuncia una determinata Maria Chiara Pasquali. L’assessore comunale all’edilizia chiosa: «Auspichiamo che la costruzione riprenda al più presto e che venga terminata rapidamente. Non se ne può più di quello scempio, di quella ferita aperta sulla montagna». Segnalazioni sono ora in arrivo ai vigili del controllo costruzioni, alle forze dell’ordine, alla circoscrizione, alla Provincia.

Entrare è semplicissimo. Non occorre scavalcare, è sufficiente aggirare a sinistra una chiudenda metallica. E che siano in molti a farlo è testimoniato da un sentierino, aperto nelle graminacee spontanee cresciute negli anni su quello che era il vialetto di entrata al cantiere. Ormai, non c’è più neanche il cartellone che indichi chi costruisce cosa in base a quale concessione edilizia. Sul lato ovest, dove si sarebbe dovuta realizzare la piscina, vecchi pali segnalano al massimo le previste dimensioni dell’opera. A est quella che doveva essere la limonaia: una vera giungla. Nell’ampio garage interrato, graffiti su graffiti. Salita una delle due rampe della scalinata hollywoodiana, al primo piano altri graffiti. Nel pavimento si aprono diverse voragini: botole che danno verso il basso, niente sicurezza. Giù in basso si notano decine di bombolette spray abbandonate. Il peggio è salire al secondo piano. Per farlo, si deve superare una rampa di roccia friabile oppure si salgono le espostissime scale sull’impalcatura esterna. Dal secondo piano, ci vuole niente a inciampare e finire dieci metri sotto. Specie se si è bevuta qualche birretta di troppo. A un certo punto c’è un enorme graffito che celebra un compleanno. Sotto: una panca, altre bombolette spray e bottiglie di birra. Di giorno, una vista magnifica sulla città, ma di notte ci vuole niente a volar di sotto. I ragazzini sono furbi, e qui accendono falò e luci nelle stanze sul retro, per non farsi vedere. Ma i bagliori, di notte, da piazza Gries si notano lo stesso. E una cartina di tornasole, che quassù ci sia movimento, è che da diverso tempo, alla base delle passeggiate del Guncina, dove c’è il patio con terrazza in passato spesso oggetto di atti di vandalismo, graffiti e festini a base di spinelli, non si segnala più la presenza di ragazzi. Da tempo gli addetti della giardineria comunale si domandavano dove fossero finiti, i ragazzi. Ora lo sanno.

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